Terzo appuntamento con Fine Terra

2012 arti e pensieri del mediterraneo

Perché è la linea della terra che finisce dove comincia il mare.

Perché segna l’inizio di un’altra realtà.
Di un orizzonte reale o sognato.
Il luogo dell’incontro.
Quando finiscono le certezze del noto, del conosciuto,e inizia la scoperta dell’altro.

È una festa mobile. Incontri,persone, suoni e gesti per raccontare cosa accadde sulle sponde del Mediterraneo.

Per incrociare storie e pensieri.
Per camminare lungo le strade del Salento, fermarsi nelle piazze,guardare, ascoltare e, magari, capire.

E riscoprire che alla fine il mare che ci circonda lega le nostre vicende in un unico percorso: che quel che accadde su questa nostra sponda riflette quel che succede sulle altre.

Che da millenni siamo divisi, ci scontriamo e ci incrociamo, ma alla fine viviamo di una sola essenza profonda, che sa di terra, di acqua e di sogni del Mediterraneo.

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Voltato

Francesco Scarabicchi
da Il cancello 1980-1999
Luca Sossella Editore, 2012

Continua a leggere

un’arte senza pop

Marco Puca nasce ad Ancona nel 1973 dove vive e lavora.
Frequenta l’istituto statale d’arte E. Mannucci
poi consegue il diploma In pittura all’Accademia di Belle Arti a Urbino.
Nel 1993 inizia il suo percorso artistico con l’invito al premio Marche.
Nel 1994 vince il primo premio “Arte viva Senigallia” curato da Omar Galliani.
In seguito esporrà a Milano, Pescara, Pesaro, Ancona,
Vladikafka – Russia Senigallia (An), Cagli(PU), Jesi (An).
Ha collaborato con Enzo Siciliano, Vincenzo Raponi
e Massimo Raffaelli al progetto “La città invisibile”.
Pubblica le sue opere nella rivista “nostro lunedì
diretta da Francesco Scarabicchi, art director Francesca di Giorgio.
Hanno scritto di lui: Enzo Siciliani, Umberto Palestini,
Maurizio Cesarini, Martina Majolatesi, Gabriele Gerini,
Francesco Gemini, Davide Barca, Sabrina Maggiori.

www.marcopuca.it
dotpuca@gmail.com

info 
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

“solo e senza stella in un mare infinito”

Dalle lettera al Giordani del 20 Novembre del 1820 da Recanati

nostro lunedì  num. 1 nuova serie leopardi. il pensatore pericoloso

 

L’orologio della vita anzitempo si è fermato
senza un nesso plausibile tra arte e morte
se non che è nato moralmente vecchio, un malato
fatto salvo dalla luce della lirica
che trascende il secolo

Solo in famiglia solo tra zotici solo chiedendo conforto
all’amico, un genio adolescente si brucia nei pensieri:
la rimembranza disegna una campagna meno triste e dura
dunque ogni forma di natura senza quella è
meno che nulla

In viaggio, dal fondo di un tiro a due d’affitto
dopo anni di clausura la prima volta che s’invola
accosta le tende, ignora il mosso paesaggio che va di trotto
poi, quando è lontano, fa ritorno al luogo che più sprezza:
la sua morta Marca

E sempre quella vita solitaria, torre o siepe
dove l’anima si perde ma meno lieti colli
meno spaziosi i campi, quasi nessun rimedio
ad una pena antica-l’immagine natale
è il luogo dell’esilio

Quanti vagheggiamenti! a compenso di emicranie
insonni attacchi d’asma stitichezze
e il mal d’occhi e le cattive digestioni
(quei sorbetti!) e il sudiciume… un quadro
pressoché completo

Trascurato nel vestire (dentro un abito talare
l’infermità si noterebbe meno) non una donna
che avesse “ il coraggio di amarlo”, in più quel padre
dipendenza vincolante mai però tinta di passione
per il modello

Una natura incline al lamento,
cosi sublime che da due secoli sovrasta
per l’eccellenza del dettato, come se tutto
fosse stato detto da chi aveva come unico svago
gli studi più matti

Se tutto è già tracciato allora tutto
nuovamente deve essere ripensato
in un modo più consono all’epoca
che tenga anche conto della nuova miseria
dell’uomo

Gli fu negato il premio letterario (e sì che il Manzoni
col romanzo era fuori concorso): una Accademia
cruscante coronò l’opera di un purista che per mole
sovrasta le Operette giudicate “ non degne”
di dirsi Morali

Ma la felicità nel tempo del comporre! a quali
vette “ tra allegrezze massime nei tempi delle angosce”!
l’amore per le favole pei suoi Canti più belli;
contro la noia del vivere il vivere nel sonno
sognando in tenerezza!

Giovane casto, è questa la finestra di Nerina?
vi parlavate a segni; quando Monaldo se ne accorse
ti confinò sul lato corte. Ho percorso quelle stanze
i caminetti come allora spenti il boudoir la sedia zoppa
di te bambino

Dalle pareti pendono i ritratti, Donna Adelaide
che madre dura, un carattere. I manoscritti sottovetro
fasci di lettere legate con lo spago, la quiete è rotta
dal battere dell’ore: è il mondo degli oggetti
lo roderanno i topi

Bastava che si ribellasse… e se l’avesse voluta
questa sua non libertà? Avverso al proprio corpo
inetto al contatto consumava una sembianza
d’amore nella mente, incespicava in ogni minievento
quotidiano

Sale e sale di libri allineati, li avrai letti tutti
meno quelli di devozione; la sorpresa è il tuo tavolinetto
a mala pena contiene un foglio il candeliere e un calamaio
di cotto: qui hai scritto di giorno di notte fino a
l’imbecillità degli occhi

Vita! Deluso amore, artificiosa macchina
miracolosa opera della natura, anche benefica
potrai condurre mai alla felicità? Tra tante
la metafisica domanda di un adolescente
fanciullo sino alla morte, suo ultimo rifugio
aleggia per le stanze

info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

DREAM TIME

Mostra d’arte contemporanea di MARCO PUCA

15 – 27 settembre 2012
Tutti i giorni 18.00 – 19.30

Pure, ossessivamente, Puca prova a lasciare i segni di una presenza. Piccoli tratti, ancore di salvezza in questo mondo alla deriva, che individuano forse una rotta, una direzione.

Un fascio misterioso di luce, piuttosto che un dettaglio, le dita di una mano o di un piede, ove concentrare l’attenzione, e che rimandano forse ad una narrazione superiore, magari virata in chiave onirica, e perennemente interrotta dalla Storia.

Cogliere quei segni è compito, più che dell’artista, dello spettatore. Nell’era della perdita dell’aureola, ove l’artista è confinato a poche, impalpabili certezze, “ciò che non siamo,
ciò che non vogliamo”, spetta a lui il compito di riprendere il filo della narrazione interrotta, colmando la distanza.

Roberto Rizzante

 

info 
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

New York, cielo sempre più “green”

 Prati, piante e orti sui tetti della Grande Mela

È una New York verde, autosufficiente dal punto di vista energetico, quella abbozzata da Terreform (center for advanced urban research) in un progetto un pò utopico che contiene comunque dei buoni spunti per migliorare la salute della città e quindi la qualità della vita nella Grande Mela, partendo dalla riqualificazione ambientale. Il progetto New York City Steady State disegna una nuova New York, a ridotto impatto ambientale grazie a tetti verdi, giardini verticali, orti urbani ed un restyling ecologico di ogni spazio non occupato e degradato.

Manhattan come la conosciamo, caotica, rumorosa e affollata di manager, cederà il posto a scenari bucolici, con appezzamenti di terreno ai lati delle strade coltivati da newyorkesi ecoconsapevoli. Aumentaranno così i manti erbosi,i giardini,gli orti che addirittura rivestiranno la cima degli edifici della Grande Mela.
E poi, alberi, alberi dappertutto, non solo a Central Park.

La pratica di piantumare i tetti degli edifici aiuta a contrastare la  cosiddetta “isola di calore urbana”, un problema sensibile nelle aree metropolitane dove si registra un microclima più caldo rispetto alle aree circostanti.
Per questo motivo il comune di New York ha implementato la creazione di tetti verdi, in quanto attraverso questa pratica si riuscirà a contenere il surriscaldamento dell’edificio in cui si abita, e quindi tagliare i costi relativi all’energia dell’intera città

La vita urbana, per il resto, proseguirebbe come al solito con il suo flusso inarrestabile e frenetico attutito nell’impatto da cuscinetti verdi ai lati delle strade e sui tetti. Una New York così non si era mai vista e forse non la vedremo mai, ma vale la pena anche solo immaginarla tanto è bella.

Se siete interessati alla tematica dei “green roofs“, oltre al sito Greenroofs.net, abbiamo trovato un blog australiano decisamente ben informato e aggiornato.
Greenroofs.wordpress.com è in inglese, ma anche chi non conosce questa lingua potrà trovare immagini e illustrazioni decisamente interessanti ed esplicative di come l’argomento viene messo in pratica in vari Paesi nel mondo.

www.ecoblog.it

info

info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Il nuovo appuntamento con Fine Terra

2012 arti e pensieri del mediterraneo

Perché è la linea della terra che finisce dove comincia il mare.

Perché segna l’inizio di un’altra realtà.
Di un orizzonte reale o sognato.
Il luogo dell’incontro.
Quando finiscono le certezze del noto, del conosciuto,e inizia la scoperta dell’altro.

È una festa mobile. Incontri,persone, suoni e gesti per raccontare cosa accadde sulle sponde del Mediterraneo.

Per incrociare storie e pensieri.
Per camminare lungo le strade del Salento, fermarsi nelle piazze,guardare, ascoltare e, magari, capire.

E riscoprire che alla fine il mare che ci circonda lega le nostre vicende in un unico percorso: che quel che accadde su questa nostra sponda riflette quel che succede sulle altre.

Che da millenni siamo divisi, ci scontriamo e ci incrociamo, ma alla fine viviamo di una sola essenza profonda, che sa di terra, di acqua e di sogni del Mediterraneo.

5 proposte firmate LIRICI GRECI per i tre quattro giovedì

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

Adele

Francesco Scarabicchi
da Il cancello 1980-1999
Luca Sossella Editore, 2012

 

Adele

Quasi tutti entrati,
seduti o in piedi,
ad ascoltarle il cuore
che lento congedava
sé dal mondo.
Si assopì
nella sua camicia bianca
pulita come il pane,
la testa reclinata
verso la porta verde.
Qualcuno, in silenzio,
pensò alle persiane.

 

Opera: Danae, Klimt

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

I nuovi volti di Luchetti

Continuiamo con il nuovo appuntamento con i volti di Marzia Luchetti

Marzia Luchetti si forma, dopo gli studi Classici, all’Istituto Europeo di Design di Roma e al Centro Sperimentale Design di Ancona. Lavora da molti anni ad Ancona come free lance affiancando l’attività di visual designer e illustratrice all’espressione artistica. La sua pittura trova linfa e radice nei suoi paesaggi biografici: l’Adriatico, il Po, la laguna Veneziana. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni private e musei in Italia, in Libia, negli Stati Uniti, in Australia e il suo lavoro è presente nell’Atlante degli Artisti “Le Marche e il XX secolo”. Hanno scritto di lei Armando Ginesi, Maria Luisa Trevisan, Gabriele Tinti.

 


marzialuchetti@libero.it

studio
via cadorna 4 ancona 071 2072828

papier
galleria via degli orefici 14a ancona

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it

MAIL

Scambio di email tra Daniele Garbuglia e Tommaso Soldini

 

Hotel La Ginestra, Ristorante Il passero Solitario, Gelateria artigianale Leopardiana, Osteria La donzelletta… Caro Tommaso, io sono nato e cresciuto tra questi luoghi, come puoi immaginare perlare di L. per me è molto difficile, un argomento sensibile.è una cosa che non ho mai fatto, forse volutamente. Ho cercato sempre di tenerlo a una giusta distanza. Prima che un poeta per me è una presenza, un’ombra ingombrante. Pensa che durante l’adolenscenza andavo in giro per la città, magari mi colpivano dei particolari e li appuntavo – era in qualche modo il mio apprendistato letterario, –  un tipo di luce, un paesaggio. A casa scrivevo qualche poesia e mi accorgevo che l’aveva già scritto lui molto meglio di me. Una frustazione continua, da questo punto di vista. E parlare della città come una “dipinta gabbia”, rende benissimo il sentimento di bellezza del luogo e al contempo di reclusione, ma anche di forma e di invenzione.

D
Ho poche immagini di Recanati, poche e malinconiche. Ci sono stato una volta, orai quindici anni fa, si trattava di una delle prime fughe da casa, forse la prima vacanza da solo, tra liceo e università. Io devo molto a Giacomo Leopardi, nel bene e nel male. Prima delle sue poesie scaldavo come tanti i banchi della scuola pubblica, faticosamente cercavo di barcamenarmi tra le richieste dei troppi docenti delle troppe materie, tutte egualmente indispensabili agli occhi di chi scandiva le nostre vite a suon di lavori scritti, interrogazioni, pagine da mandare a memoria. Leopardi mi aiutò a capire perché avevo tollerato e sopportato tutto quel carico di logaritmi e funzioni, versioni latine, esperimenti di chimica, illuminò una via, tra letteratura e filosofia, uno spiraglio che sembrava parlare proprio a me. Arrivai a Recanati dopo diverse ore di macchina, traffici rallentati nei pressi dei centri urbani, soste agli autogrill per aumentare il livello di caffeina, ci arrivai di sera, col buio, sapendo di entrare in un luogo che l’aveva fatto soffrire eppure ancora maldestramente capace di idealizzare, di credere che i miei sentimenti potevano dare forma alle cose.

Alloggiai alla locanda Il passero solitario, dopo quattro fette di prosciutto crudo e un bicchiere di vino, che il gentile oste mi servì nonostante l’ora. Quei bocconi andarono giù male, inghiottivo realtà non maiale, è strano parlarne oggi, ma allora mi sembrava che i recanatesi avessero trovato il modo per continuare a odiarlo, lucrando sul suo cadavere, sulle sue memorie.

T
In quella che tu chiami locanda, Il passero solitario, ho lavorato come cameriere dall’età di quattordici anni! Andavo la domenica per i pranzi di comunioni, cresime, battesimi, qualche anniversario. Lavoravo tantissimo e guadagnavo i miei primi soldi.

Ma ti volevo parlare di un’altra cosa. Forse quando sei venuto quindici anni fa ancora non c’erano, ma ora arrivando troveresti dei cartelli con la scritta Recanati – Città della poesia. Ma non basta, hanno creato anche il Centro Mondiale della Poesia! Non ti vengono in mente portaerei pronte ad attaccare, missili terra-aria sulla rampe di lancio… pale meccaniche di un Caterpillar per afferrare una piuma?

C’è un’opera di Maurizio Cattelan in cui tre bambini sono appesi con una corda a un albero e hanno gli occhi aperti. A volte camminando per la città mi sembra che il piccolo G sia appeso a uno di quei rami, – non so dirti come sia finito lì, se per scelta o se qualcuno l’ha obbligato a starsene lì – con gli occhi ancora aperti sull’oggi.

D
È bella quest’immagine degli occhi aperti sull’oggi, occhi spalancati che purtoppo mi rinviano anche alla scena di Arancia meccanica, in cui il protagonista è condannato a guardare immagini di violenza, per guarire o trovare una redenzione. Non so cosa ne pensi, ma la ritrovo questa violenza cieca nello sguardo acceso di L, non decido se senza lacrime oppure umido, anche se mi piacerebbe vederlo lì, a Creta, che piange il fiume infernale. C’è forse un fondo di sadismo in chi parla di lui alle nuove generazioni, in chi coscientemente fende e penetra il cristallino pannoso dei candori giovanili per regalare loro nuovo nitore. Adesso taccio, magari con un’ultima immagine, di un gelato o di un pasticcino, visto nella vetrina, sotto la campana di vetro, comprato, scartato, ingoiato. Lo zucchero che raggiunge il palato è un’estasi che offusca la vista. 

Che dici?

T
Ho l’impressione Tommaso che abbiamo girato a vuoto intorno a un vortice che tutto inghiotte in sé, un buco nero che ci attrae e non ci permette di allontanarci. Ero certo fin dall’inizio di andare incontro a una sconfitta, all’incapacità di avvicinarsi a lui senza restare in qualche modo scottati.

Mi piacerebbe comunque chiudere con dei versi di Giorgio Caproni: Sono tornato là / dove non ero mai stato. / Nulla di come non fu è mutato.Mi chiedevo se fosse convincente la chiusura con l’ammissione di impotenza di fronte a cotanto fantasma. In fondo, l’abbiamo entrambi presa di lato, più o meno, per cui, se riflessione deve esserci, la lascerei al lettore. A me, parole di quel genere, fanno sempre pentire di aver letto il testo. Tuo T

PS Non so se a Recanati ci sono delle buone gelaterie. Magari la prossima estate potremmo farci un giro insieme.

da nostro lunedìleopardi

numero 1 nuova serie

info nostro lunedì
info@nostrolunedi.it
www.nostrolunedÏ.it

info
info@liricigreci.it
www.liricigreci.it