Antonio Pibiri – inediti 2013

Three Portraits

I
agli “infiniti possibili” di Luigi Nono

la voce petulante del tamburello
scomposto in dettaglio.
i rintocchi chiusi
per la regia del vento.
la tua attenzione è fuoco che lo tende –

fuori, dal cortile, tiene sveglia la notte.
a cesello incerto su quale filo di trama.
fuga verso ogni
onnipossibile

II
Le chiavi di Orfeo
omaggio a Salvatore Sciarrino

sminuzzato tra dita e tempo.
flagelli archetti mobili. franto
flesso appena o troppo.
calice che rovescia a cono.
lascia udire di tanto in tanto.

III
Le matite di Henze

io ligio al tondo e leggibile.
tu impozzi il secchio profondo
orefice e stagnaro

di non facili flauti,

stelle appena udibili.

Antonio Pibiri è nato nel 1968 a Sassari e risiede ad Alghero. Coltiva l’interesse per la Scrittura Creativa e Musicologia, formandosi da autodidatta. Ha presentato in librerie suoi inediti nel 2004, interpretati dall’attrice teatrale Fiammetta Mura,e su autorevoli siti internet (La poesia e lo Spirito, Oboesommerso, ecc.). Presenta nel collettivo Viadellebelledonne un lavoro per il teatro: La rinuncia e la fiaccola. Suoi testi sono apparsi più volte sull’aperiodico di poesia Il foglio Clandestino, di Gilberto Gavioli. Pubblica nel 97 presso Magnum Editore di Sassari la sua prima raccolta Di Quinta in Quinta.
Nel 2010 “Il mondo che rimane” presso la collana Festival di Valentino Ronchi(Lampi di stampa), silloge che ha ricevuto il Premio Speciale della Critica, al “Premio Letterario Internazionale Città di Sassari” edizione 2011, e la Menzione d’Onore al Premio Lorenzo Montano, per l’edito, edizione 2011.

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Recanatesi, sogni in bianco e nero

“Sono rinato molte volte, dal fondo
di stelle rovinate, ricostruendo il filo
delle eternità che popolai con le mie mani” […]
Pablo Neruda

Opere fotografiche a cura di Roberto Recanatesi

Tema: Grafismi e ombre

Roberto Recanatesi è nato e vive ad Ancona. Laureato in giurisprudenza, fotografa ininterrottamente dal 1987 ed espone dal 1995.
La sua produzione, costantemente apprezzata per la sicurezza espressiva, il rigore visivo, la raffinatezza stilistica, sovente in chiave poetica e nostalgica, abbraccia svariati settori (a partire dall’amata paesaggistica degli inizi) e, da iniziali quanto molto apprezzate predilezioni coloristiche, si è ormai tramutata in un deciso e pregnante bianco/nero, specialmente in merito a figure ambientate di suggestivo e spesso potente spessore.
Ricercatore instancabile e solitario, restio alle disquisizioni tecniche e a tutto quanto possa in qualche modo coinvolgerlo nel consueto “giro” ovvero nei luoghi comuni della fotografia, persegue un personalissimo e tenace ritmo interiore, sulla base di remote e mai sopite emozioni legate soprattutto al suo amore per le arti figurative e lo spettacolo in particolare.
Usa da sempre di una Yashica manuale, con due obiettivi originali da 28 e 50 mm, e di scarsissima attrezzatura aggiuntiva (una Canon per le doppie esposizioni), non ama (almeno per adesso) il mondo digitale e si dichiara un “pigro” e forse un’ ”estraneo” alla fotografia, argomento di cui infatti, almeno per certi lati, non ama troppo discutere. L’essenziale per lui è che gli siano restituiti in immagini lontani sogni e desideri.
La musica, il teatro, il cinema, la pittura, la letteratura sono le componenti decisive e costanti della sua personalità ed, in generale, fotografare per lui significa riunire in una superiore armonia tutto quanto l’ha profondamente coinvolto sin da bambino.
Numerosi gli spazi di prestigio che l’hanno accolto: dalla Mole Vanvitelliana all’Arco Amoroso di Ancona, dagli Antichi Forni di Macerata alla Sala Laurana di Pesaro, al Palazzo dei Priori di Fermo, alla Rocca Paolina di Perugia, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, alla Sala dei Mercatori di Ascoli Piceno, al Palazzo del Turismo di Riccione, alla Galleria Giovenzana di Milano, ecc.
Sue opere sono in possesso di collezioni pubbliche e private. Hanno scritto di lui Armando Ginesi, Silvia Cuppini, Sergio Anselmi, Giancarlo Galeazzi,  Lucilla Niccolini, ecc.
Ormai decisamente votato all’onirico e al visionario, le sue opere sono state, tra l’altro, molto apprezzate alle ultime due edizioni della prestigiosa Rassegna Salvi di Sassoferrato.

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Viva l’anarchia! 1920

Mario Puccini
(1887-1957)

Il mio negozio di libraio era in una vecchia via di Milano, trascurata dai più: e solo oggi, che vi ha preso stanza la direzione di un giornale di lotta, si sente che quella strada è in una città di quasi un milione di abitanti.
Il mio negozio era dunque in Via Paolo da Cannobbio, venti o ventidue passi prima che s’incontri, venendo da via Rastrelli, la strada dei Tre Alberghi.
Poiché la lettura era allora la mia passione dominante, io non mi curavo delle lotte cittadine, e delle comarate che spesso quella via silenziosa mutavano in un angiporto chiassoso: fedele ai miei clienti che sapevano, venendo da me, di trovare, quando non il libro che cercavano, indicazioni bibliografiche molto precise. Ma io non ho mai preteso alla fama: sono modesto e riconosco che la mia volontà non è genio, che ci si possa buttare alle imprese ardue e cavarne fuori un utile come sia.
E del resto, io ero un uomo sobrio e, quando avevo venduto cinque o sei libri in un giorno, la minestra a colazione e a pranzo l’avevo guadagnata.
Ma tutti mi ripetevano che, con l’ingegno che avevo, cotesto nascondiglio non mi conveniva: che tentassi insomma qualche passo ardito, una casa editrice, per esempio.
Io li ascoltavo, sorridendo: e poiché, quando rido, i denti mi scricchiolano, i miei consiglieri mi battevano le mani sulle spalle e mi dicevano: “Ecco, tu non vuoi tentare, perché hai paura.”

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Medusa tra luce ed emozione

Una mostra dossier multisensoriale intorno allo straordinario marmo di Gian Lorenzo Bernini, Ancona Pinacoteca Civica Francesco Podesti – Palazzo Bosdari
24 febbraio 2013 – 28 aprile 2013

Dopo i recenti restauri che hanno restituito all’antico splendore il Busto di Medusa di Gian Lorenzo Bernini custodito ai Musei Capitolini e dopo un viaggio negli Stati Uniti, troviamo questa meravigliosa opera  ad inaugurare i nuovi spazi della Pinacoteca Civica di Ancona.
Frutto di uno straordinario intervento architettonico che sposa la nuova tecnologia con gli storici ambienti del ‘600: scale sospese nel vuoto, grandi vetrate, spazi aperti rendono questo luogo davvero unico. La mostra, è stata resa possibile grazie alla collaborazione  tra la Pinacoteca Civica di AnconaMusei capitolini: Ancona  ha concesso due opere importantissime di  Tiziano (la Pala Gozzi e la Crocifissione nella chiesa di San Domenico) per il progetto territoriale Tiziano Grand Tour connesso alla retrospettiva  su Tiziano alle Scuderie del Quirinale (5 marzo -16 giugno 2013) che intende dar vita a un articolato insieme di iniziative espositive e di valorizzazione territoriale, incentrate sulla figura e sulle opere di Tiziano in quei territori che custodiscono stabilmente i dipinti del pittore cadorino attraverso un complesso di iniziative. L’esposizione ad Ancona di un’opera così importante è l’occasione per ripercorre una storia e un mito, tra arte e passione. La passione è quella che legò l’artista alla nobildonna Costanza Piccolomini Bonarelli, una storia d’amore e tradimenti che rischiò di trasformarsi in tragedia, di questa vicenda rimane traccia in una coppia di opere realizzate dall’artista con le sembianze dell’amata: il busto di Costanza custodito al Museo del Bargello di Firenze, e quello di Medusa, che raffigura Costanza/Medusa colta nell’attimo dell’inattesa metamorfosi.
Presumibilmente realizzata tra il 1638 e il 1648, rientra nel novero di quelle sculture eseguite “per suo studio e gusto” (come sarà la Verità del 1646), frutto di una personale meditazione dell’artista sulle finalità della scultura e sulle virtù dello scultore (Lavin, 1998).  Questa straordinaria opera ha come soggetto il mito citato nelle Metamorfosi di Ovidio, Bernini riesce a cogliere nella scultura il sentimento di un’azione transitoria, trasmettere  l’agonia e il dolore della trasformazione, riuscendo a comunicare la passione e l’umanità di quel momento attraverso una resa palpabile e vibrante del marmo. Continua a leggere

COMnetti con Artlab

ARTLAB è una rivista trimestrale nata nel 2001, edita da Integrata, con lo scopo di dialogare con i professionisti della grafica e del design offrendo uno strumento di aggiornamento professionale e visuale, con un’ampia selezione di argomenti e tante immagini. La rivista è anche usata come  mezzo per far conoscere le applicazioni e i prodotti di Cartiere Fedrigoni a un ampio target di prescrittori e clienti finali: agenzie di pubblicità, studi grafici, creativi e uffici marketing di enti e aziende consumatori di comunicazione.
Nel 2008 è stata realizzata una nuova grafica e un nuovo formato, con nuovo concetto di copertina e, all’interno, ancora più spazio per le immagini. La rivista ha anche orizzonti internazionali: da una distribuzione iniziale di 1.500 copie solo in italiano, si è arrivati all’attuale versione bilingue italiano/inglese di 16mila copie, di cui 12mila diffuse in Italia e il resto all’estero, prevalentemente in Europa.
Data la forte e stretta relazione tra mezzo di comunicazione e prodotto dello sponsor (carta), le carte di copertina e quelle dell’interno sono scelte con grande cura e spesso la rivista è il veicolo per dimostrare l’impatto e le caratteristiche delle carte Fedrigoni.
La correlazione con le vendite è positiva e spesso elevata, specialmente quando una copertina riesce a valorizzare e suggerire efficacemente l’impiego del prodotto
Il sito web di ARTLAB ha una funzione integrativa rispetto alla rivista: consente di scaricare i file PDF di tutti i numeri pubblicati, previa registrazione.
Da tempo il sito è insediato in testa al ranking Google. Il trend delle visite è in crescita e ha raggiunto ottimi livelli, anche se i numeri assoluti tengono conto del fatto che ARTLAB si rivolge a una nicchia di pubblico specializzato e che l’unica promozione (indiretta) è dovuta alla diffusione della rivista cartacea e al passaparola. Recentemente il sito è stato affiancato da un’area ‘news’ che comprende notizie di settore, segnalazioni e recensioni di libri e cataloghi, i contest organizzati da ARTLAB e le anticipazioni degli articoli di prossima pubblicazione nel numero della rivista in uscita (ma non ancora stampato).

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Antonella Taravella- inediti 2013

tratto da una silloge in divenire opera di Luigi Bartolini : campo di grano

8 in punto, la mano che gira spiana l’ora
dal polsino – cuoio invecchiato mangiato dal tempo
sottoforma di petalo, che racconta gennaio la terra
amorevole attorno al marmo
e dialogare di anni così affacciati nelle dita fitte
e risuonano come i cristalli le cose sciolte
a farsi fango da inzupparci le scarpe
i pantaloni lunghi che mi sgridavi – così
verso il sole secco che ritorna
disquamarsi nei giorni che non appartengono
superstite in pochi istanti, arrangiarsi
e predicare pallida con i capelli strisciati di luna
tremante – mi giudico colpevole
processandomi sul palco di legno che ti spinge
nuda di carne e fredda come una pietra grigio-perla
umile signore vengo in pace con le mani aperte
spinate e disperate – nelle unghie stipulo
le palpebre che conto a bocca aperta
una tragedia meschina – nella genialità di una febbre
mescolata agli avampassi non ascoltati
niente occhi niente dondolarsi – attese
plumbeo acciaio tenuto sottovuoto nei cordami cardiaci
spillo segni distesa di lato – un pesce piangente
odiami profondamente in questo impadronirmi delle ceneri
spalmare nell’onda in bocca al caronte – elettrificato
fatti così intera nella luce – conterò 4 nello scattare cerniere
diafana svestita come un premio perfetto
disperata rovescerei i miei stessi silenzi
sul tavolo per mangiarmeli – come topi

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un fotografo per sbaglio o per stratagemma del destino

“Sono rinato molte volte, dal fondo
di stelle rovinate, ricostruendo il filo
delle eternità che popolai con le mie mani” […]
Pablo Neruda

Opere fotografiche a cura di Roberto Recanatesi
Tema: Esordi

Roberto Recanatesi è nato e vive ad Ancona. Laureato in giurisprudenza, fotografa ininterrottamente dal 1987 ed espone dal 1995.
La sua produzione, costantemente apprezzata per la sicurezza espressiva, il rigore visivo, la raffinatezza stilistica, sovente in chiave poetica e nostalgica, abbraccia svariati settori (a partire dall’amata paesaggistica degli inizi) e, da iniziali quanto molto apprezzate predilezioni coloristiche, si è ormai tramutata in un deciso e pregnante bianco/nero, specialmente in merito a figure ambientate di suggestivo e spesso potente spessore.
Ricercatore instancabile e solitario, restio alle disquisizioni tecniche e a tutto quanto possa in qualche modo coinvolgerlo nel consueto “giro” ovvero nei luoghi comuni della fotografia, persegue un personalissimo e tenace ritmo interiore, sulla base di remote e mai sopite emozioni legate soprattutto al suo amore per le arti figurative e lo spettacolo in particolare.
Usa da sempre di una Yashica manuale, con due obiettivi originali da 28 e 50 mm, e di scarsissima attrezzatura aggiuntiva (una Canon per le doppie esposizioni), non ama (almeno per adesso) il mondo digitale e si dichiara un “pigro” e forse un’ ”estraneo” alla fotografia, argomento di cui infatti, almeno per certi lati, non ama troppo discutere. L’essenziale per lui è che gli siano restituiti in immagini lontani sogni e desideri.
La musica, il teatro, il cinema, la pittura, la letteratura sono le componenti decisive e costanti della sua personalità ed, in generale, fotografare per lui significa riunire in una superiore armonia tutto quanto l’ha profondamente coinvolto sin da bambino.
Numerosi gli spazi di prestigio che l’hanno accolto: dalla Mole Vanvitelliana all’Arco Amoroso di Ancona, dagli Antichi Forni di Macerata alla Sala Laurana di Pesaro, al Palazzo dei Priori di Fermo, alla Rocca Paolina di Perugia, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, alla Sala dei Mercatori di Ascoli Piceno, al Palazzo del Turismo di Riccione, alla Galleria Giovenzana di Milano, ecc.
Sue opere sono in possesso di collezioni pubbliche e private. Hanno scritto di lui Armando Ginesi, Silvia Cuppini, Sergio Anselmi, Giancarlo Galeazzi,  Lucilla Niccolini, ecc.
Ormai decisamente votato all’onirico e al visionario, le sue opere sono state, tra l’altro, molto apprezzate alle ultime due edizioni della prestigiosa Rassegna Salvi di Sassoferrato.

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