Estratto da nostro lunedì
numero 2 – nuova serie
paolo volponi e urbino
Dopo Lorenzo Lotto nel 2011, Giacomo Leopardi nel 2012, non credevamo fosse facile affiancare agli altri due numeri della nuova serie di nostro lunedì un monografico che fornisse lo stesso sguardo mentale e lo stesso respiro artistico. Ospitare, poi, la figura di uno fra i maggiori scrittori e poeti del Novecento come Paolo Volponi, coniugandola con la sua città per il rapporto umano, spirituale, ispirativo con essa intrattenuto, ha ancor più accresciuto il valore di questa pubblicazione per l’originalità della composizione del tema e della sua risoluzione, che offre una messe di spunti, stimoli, studi, insieme con la ricchezza dei materiali biobibliografici, iconografici, documentari. Possiamo dire che anche quest’anno nostro lunedì ha vinto la sfida, così come è riuscito a segnare la distanza dai luoghi comuni che hanno riguardato spesso Urbino, città ducale, ideale, ma anche città normale, oltre la bellezza e la singolarità che la fanno unica. La consapevolezza dei patrimoni di cui le Marche dispongono – e che nostro lunedì non si stanca di riconfermare come giacimento di culture e di tradizioni che nutrono il presente – è motivazione più che probante per seguitare a sostenere e a diffondere la coscienza del privilegio di cui disponiamo e verso il quale è necessario concentrare gli sforzi per garantire e tutelare, pur nella difficoltà del momento che attraversiamo. E’ con questo spirito che la Regione Marche candida Urbino, la sua storia, i suoi figli migliori e quanti l’hanno vissuta ed amata, a Capitale della Cultura 2019. Una sfida complessa, che vogliamo tentare, convinti del contenuto e non solo del contenitore che proponiamo. E Volponi è nei nostri pensieri non solo per averlo conosciuto personalmente ed aver con lui condiviso momenti ed aspetti della militanza politica, ma perché a lui nelle Marche si continua a dedicare un importante Premio Letterario annuale nella città “gemella” di Urbino, secondo quanto sosteneva Volponi, e cioè Fermo, e perché abbiamo voluto fonderlo in un prestigioso libro d’arte dal titolo L’Animale poetico con le incisioni immaginifiche e stagliate di un grande artista marchigiano come Valeriano Trubbiani. Volponi stesso non fu solo scrittore. Lo testimoniano le due donazioni di dipinti che la sua famiglia (lui stesso prima, ma la vedova, signora Giovina, e anche la figlia Caterina poi) ha destinato alla Galleria Nazionale delle Marche in Palazzo Ducale, segnando ad un tempo la memoria del figlio Roberto, perito nel 1989 in un incidente aereo, e il rapporto inscindibile dello scrittore con la pittura e con Urbino. Ciò pone, tra l’altro, al di là dalle questioni culturali, la necessità di un rapporto etico-morale con la conservazione e l’eredità, che sono affidate non solo alle Istituzioni, ma ai cittadini tutti delle Marche che possono beneficiarne. Volponi ed Urbino c’invitano a declinare sempre la storia della nostra provenienza al presente per comprendere e riconoscere chi siamo in relazione a chi è stato prima di noi e dal quale abbiamo ricevuto l’impegno a preservare e accrescere la ricchezza storica, antropologica, artistica, paesaggista di questa nostra terra, le Marche.
di Pietro Marcolini
Assessore alla cultura della Regione Marche
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