nostro lunedì

FESTIVAL DEL PENSIERO PLURALE
Seconda parte LE RAGIONI DELLA PAROLA
Teatro Sperimentale di Ancona, via Redipuglia
Venerdì 2 Ottobre 2015 / H 19.00

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Questo numero di nostro lunedì si è rivolto a scrittori, poeti, artisti, fotografi che attraverso la parola e l’immagine, ci consegnano un mosaico di frammenti di vita da ricomporre, in stile confidenziale, che rammentano la bellezza e la storia di luoghi perfino sconosciuti. L’attenzione è rivolta al paesaggio e alla sua multiforme realtà, alle sue infinite declinazioni, fino alla sua tutela e valorizzazione. Un catalogo di diversità, un piccolo atlante geografico che si ricompone nel paesaggio della regione Marche. Nei testi raccolti ciascun autore offre un’interpretazione personale mettendo in luce l’interazione tra uomo e ambiente
e il legame con la terra d’origine che, una volta abbandonata, si fa mito. Sentimenti forti
e contrastanti che s’instaurano e fortificano col passare del tempo, tonalità emotive che si scatenano tra memoria e presente e accade spesso che i luoghi d’infanzia svelino il loro fascino nel momento del distacco e suscitino maggior interesse nei cuori degli autoctoni.Gli autori dei brani sono consapevoli di quello che hanno lasciato o di quello che non hanno avuto il coraggio di lasciare. Come una corale di voci polifoniche, il luogo natio si fa porto sicuro o prigione d’intenti. Il paesaggio è la nostra cifra, la nostra prospettiva.

GEOGRAFIA E FILOSOFIA DEL TERRITORIO
nostro lunedì una rivista per pensare

Programma
H 19.00 proiezione del film Al riparo dal vento regia di Guido Bandini (39’)
A seguire aperitivo
H 20.45 Concerto di Roberto Zechini Solo con chitarra volgare per nostro lunedì
H 21.15 saluto autorità e introduzione di
Giancarlo Galeazzi direttore del Festival del Pensiero Plurale
Francesco Scarabicchi ideatore della rivista nostro lunedì
Relazioni
Franco Farinelli  ordinarie o di geografia all’Università di Bologna presidente associazione dei Geografi italiani
Massimo Raffaeli scrittore e critico letterario
a concludere Letture di brani di nostro lunedì

Promosso da  REGIONE MARCHE assessorato alla cultura
COMUNE DI ANCONA assessorato alla cultura
Design grafico e Comunicazione LIRICI GRECI
Coordinamento della comunicazione Diletta Bonifazi

Orgaizzazione Associazione Ventottozerosei

Info
info@liricigreci.it
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Via Mainoni

Dal nostro lunedi – semestrale di scritture immagini e voci ideato e coordinato da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.

Prima serie Città numero cinque – marzo 2005

Via Mainoni odorava di biscotti
appena sfornati.
La grande vetrina della posteria
esponeva due figurine di burro
separate da un ponte, l’anno vecchio
e quello che stava per incominciare.
Anno che va, anno che viene,
per qualche giorno continuava il teatro
anche di sera, nella vetrina illuminata.

Giampiero Neri

16 scatole latta 1

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MOSTRA D’ARTE SANTI ED EROI

 Pittura sacra e profana a Civitanova Marche Alta
dal 24 luglio alle ore 19:00 al 27 settembre 2015

chiesa

“Santi ed eroi. Pittura sacra e profana a Civitanova” non è una delle tante rassegne d’arte, ma una esposizione di significativa importanza, sia per lo studio e la conoscenza degli artisti trattati e dei temi figurati nei dipinti, sia quale modello per altre rassegne del genere che si dovrebbero promuovere in molte città della nostra regione detentrici di un patrimonio di grande qualità, il più delle volte poco conosciuto e poco valorizzato. La mostra nasce da un’attenta indagine dell’ingente patrimonio pittorico disseminato nei palazzi pubblici, nelle ex chiese ed ex conventi di Civitanova Marche. Tele di soggetto sacro e profano, databili fra il XV secolo e i primi anni dell’Ottocento, per la prima volta vengono offerte al pubblico godimento e studiate da un affermato gruppo di storici dell’arte come: Stefano Papetti,Università di Camerino; Silvia Blasio, Università di Perugia; Mario Alberto Pavone, Università di Salerno; Enrica Bruni, Direttore Pinacoteca civica Marco Moretti; Giuseppe Capriotti, Università di Macerata; Gabriele Barucca, Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

 Presso Auditorium di Sant’Agostino Civitanova Marche Alta (MC),
 Info e orari:
dal  4 luglio al 2 agosto, ore 18,00/24,00
3 agosto 6 settembre sabato e domenica ore 18,00/23,00
dal 7 al 27 settembre sabato e domenica ore 17,00/20,00
Biglietti
Ingresso €2,00 Fino a 14 anni e diversamente abili ingresso gratuito.
Il ricavato sarà destinato al restauro della tela settecentesca
“Estasi di S. Giuseppe da Copertino”

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Civitanova Marche (MC)
Corso Annibal Caro (62012)
+39-0733892650

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Manhattan’s shades

Dal nostro lunedi – semestrale di scritture immagini e voci ideato e coordinato da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.

Prima serie Città numero cinque – marzo 2005

Fui a New York dalla metà
di maggio alla metà
di giugno del 1999,
ospite di amici che abitavano
nell’East-Village, sulla Second Avenue,
fra la quinta e la sesta strada,
quartiere più popolare
e vivo del sofisticato
e ambito Greenwich-Village,
ma proprio per questo
più accogliente e vero;
mi ricordava molto la mia Roma
di tanti anni fa.
Tornando ancora all’incisione,
fu materialmente concepita
ed eseguita sull’onda
del ricordo di una gita in battello
sull’Hudson, ma mi documentai
e servii anche di opuscoli turistici
che, quasi dallo stesso punto di vista,
inquadravano alcuni particolari
urbani attorno alle torri.
Ho eseguito l’incisione fra l’ottobre
e il novembre del 2001.
Maniera nera su rame delle dimensioni di mm. 325×250.
Esistono, stampate, solo quindici
prove d’autore numerate,
più qualche prova di stampa.
La tiratura non è ancora stata effettuata.

Alberto Rocco

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Marco Puca, una personale

Arcate Spleen-Denti: raccoglie le opere dell’artista in mostra alla Mole Vanvitelliana di Ancona fino al 23 settembre

Il calco in gesso di una dentatura umana come simbolo dell’interiorizzazione: estrema sintesi visionaria del rapporto tra noi stessi e il mondo esterno e, per estensione, del passaggio dall’età antica a quella contemporanea. È proprio l’installazione concettuale di un calco dentale ad aprire la mostra dell’artista marchigiano Marco Puca, ospitata all’interno della Mole Vanvitelliana di Ancona dal 13 al 23 settembre. In mostra esposti dipinti realizzati a olio su cotone grezzo. L’esposizione, patrocinata dal Comune, è organizzata in collaborazione con la galleria  d’Arte contemporanea Gino Monti.«Puca – spiega la curatrice e critica d’arte Maria Rita Montagnani – è un artista poliedrico e per certi versi anomalo, la cui opera spazia dalla pittura improntata a un minimalismo espressivo a installazioni fortemente concettuali, che mirano a produrre nello spettatore un rilevante effetto visivo e suggestivo. Nella sua ultima produzione artistica, Puca mostra una forte attrazione per il mondo antico e la grande fascinazione che esso esercita sul suo pensiero e sulla sua visione del mondo. Il punto di partenza dell’ultima installazione di questo artista è il Neoclassicismo che, grazie alle sinuose ed estetiche teorie del Winckelmann, si riallaccia al periodo classico. Ma non con una idilliaca riconciliazione, bensì̀ con un senso di perdita, come impossibilità di recuperare la storia e come coscienza del vuoto del presente e la malinconia che ne consegue». L’ultima mostra personale dell’artista, laureato all’Accademia di Belle Arti di Urbino con una tesi dedicata a Lorenzo Lotto, risale al 2013. «Il titolo era Dreamtime – racconta Puca – e il mio segno era essenziale, sottile e sempre più vicino a un filo di luce. In questi nuovi lavori invece la pittura si fa grassa e informe, capace di creare e disfare corpi e oggetti allo stesso modo in cui le scelte cromatiche dipendono dal dialogo che di volta in volta ho con me stesso. Se penso alle arcate spleen-denti che ho incontrato e vissuto nella mia vita non posso che ricordare la nascita di mia nipote ma anche il ricordo vivo dei sorrisi dei parenti intimi e dei cari amici defunti».Marco Puca è nato ad Ancona nel 1973. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Nel 1994 ha vinto il primo premio Arte viva a Senigallia curato da Omar Galliani. Ha esposto nelle Marche, a Bologna, Milano ed in Russia. Dall’incontro con il critico letterario Massimo Raffaelli, Enzo Siciliano e il disegnatore di luci Vincenzo Raponi è nata la sua installazione dal titolo La città invisibile.Fino al 23 settembre, Mole Vanvitelliana, tempietto di San Rocco, Ancona; info:  www.rivieradelconero.info/it/arcate-spleen-denti.

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Germinazioni

“Germinazioni”

Dal 17 luglio al 31 ottobre 2015

Melodia arcana -

Attingendo al ricco patrimonio dei Musei civici, la mostra “Germinazioni” annoda alcuni fili presenti nel percorso dell’arte moderna recentemente allestito  a Palazzo Buonaccorsi ricreando l’atmosfera di alcune stagioni culturali nelle quali, dalla fine degli anni Sessanta, l’istituzione comunale  ha intensamente operato in direzione del confronto  e a sostegno della ricerca nelle arti visive.. Attraverso la messa in luce di personalità diverse per generazione e per formazione, accomunate da una salda visione della contemporaneità e altrettanto fortemente partecipi del vissuto locale,  la mostra amplifica e arricchisce la percezione di quel ricco humus culturale che connota a tutti gli effetti la realtà maceratese. E’ interessante notare come, in modo del tutto analogo all’impostazione data alla sezione novecentesca del museo, l’esposizione proceda “per mostre”, attraverso una scelta mirata all’interno della lunga sequenza che muove dalla Brigata amici dell’arte, fa riferimento all’attività militante guidata dal critico d’arte Elverio Maurizi e dai curatori negli anni Settanta e Ottanta, e ripercorre le successive proposte, scaturite da una feconda dialettica con l’Accademia di Belle arti e con il territorio, fino agli anni più recenti. Il tema del radicamento e delle sue molteplici e sotterranee germinazioni da dunque da guida all’intera riflessione.

Le opere in mostra sono di:
Alfredo Alimento, Sirio Bellucci, Carlo Bruzzesi, Alfonso Cacchiarelli, Pietro Capozucca, Valeria Ciaffi, Egidio del Bianco, Tonino Ferrajoli, Francesca Gentili, Paolo Gobbi, Carlo Iacomucci, Mauro Mazziero, Marina Mentoni, Ermenegildo Pannocchia, Giulio Perfetti, Riccardo Piccardoni, Sirio Reali, Giovanni Scagnoli.

“Germinazioni”
dal 17 luglio al 31 ottobre
Musei civici di Palazzo Buonaccorsi
Via don Minzoni 24, Macerata
Orari: luglio e agosto 10 -19, settembre – ottobre 10 -18, lunedì chiuso.
Nei giovedì di luglio e agosto la mostra e i musei restano aperti fino alle 23.
Info: 0733.256361 – www.maceratamusei.it –  info@maceratamusei.it
La visita alla mostra è inclusa nel biglietto di ingresso ai Musei civici
Intero 3 euro
Ridotto 2 euro

Un giorno ad Ancona

Dal nostro lunedi – semestrale di scritture immagini e voci ideato e coordinato da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.

Prima serie Città numero cinque – marzo 2005

Poi ci siamo fermati nell´antico cimitero
ebraico, c´era il mare e la visiera
del suo berretto, nessuno in giro
dal faro al monte Cardeto, solo fichi,
prugne e stele a sei punte:
cercavamo ombra tra le palme
con quel destino da scansare
con le mani sotto la camicia
e una salute messa come si può.

Ermanno Krumm

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Lo sguardo di Massimo

La creatività nel quotidiano di Massimo Dolcini
Fotografie ceramiche disegni

a cura di Ludovico Pratesi
Pesaro, Centro Arti Visive Pescheria
18 luglio – 4 ottobre 2015

LO SGUARDO DI MASSIMO invito

Sabato 18 luglio alle ore 18.30 si inaugura presso il Centro Arti Visive Pescheria, Lo sguardo di Massimo, una mostra dedicata alla figura di Massimo Dolcini (1945-2005), curata da Ludovico Pratesi, che intende analizzare i diversi aspetti della personalità di Dolcini, grafico tra i principali innovatori della comunicazione sociale e culturale italiana, nota come “grafica di pubblica utilità”, tra gli anni Settanta e Ottanta. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro/Assessorato alla Bellezza e Sistema Museo, in collaborazione con i Comuni di Urbania, Urbino, Fano, l’Accademia di Belle Arti di Urbino e l’Istituto Tecnico Commerciale “Donato Bramante” di Pesaro.

Grafico, comunicatore, designer ma anche pittore, collezionista, ceramista, insegnante, viaggiatore, cuoco e appassionato di cucina: per la prima volta la personalità complessa e labirintica di Dolcini viene presentata a 360 gradi, mettendo in luce aspetti sconosciuti o poco noti, attraverso una mostra suddivisa in due parti all’interno degli spazi della Pescheria, che alterna momenti spettacolari e di impatto visivo con situazioni più intime e riflessive. Più di trecento opere tra fotografie dipinti, acquarelli, ceramiche e manifesti documentano il Dolcini privato e più segreto. La mostra comincia nel Loggiato, dove l’allestimento si articola in tre moduli geometrici (che riprendono i segni grafici caratteristici di Dolcini) con una struttura a croce, che intendono rievocare la “x”, logo degli studi professionali del grafico mantenuto nel corso del tempo. Ogni modulo è dedicato ad un aspetto della personalità di Dolcini, per ricostruire il suo sguardo rivolto al mondo e al suo tempo. Frammenti di vita pubblica e privata, accompagnati da una timeline a parete che ricostruisce i momenti salienti della vita di Dolcini, con riferimenti al suo lavoro, alle sue passioni, alle forme della sua creatività nel quotidiano.

Lo spazio della vita
Il percorso espositivo si apre con un dipinto legato all’attività di pittore, praticata nella sua prima giovinezza e poi abbandonata. Un’immagine surreale e fantastica mai esposta al pubblico, che indica già la qualità del suo sguardo, originale e caleidoscopico fin dall’adolescenza. Una passione che ritorna in età adulta attraverso una serie di acquarelli esposti in mostra. Il primo modulo, dedicato alla fotografia ‘d’autore’, riunisce una serie di immagini personali inedite legate alla vita quotidiana e professionale di Dolcini: ritratti e autoritratti, paesaggi e luoghi, amici e allievi colti con un occhio soggettivo e originale. Il secondo propone documenti fotografici – ugualmente inediti – realizzati per finalità legate alla sua attività comunicazione che tuttavia offrono uno sguardo partecipe e talvolta amabilmente ironico sui personaggi, le iniziative, la vita pubblica della comunità pesarese degli anni ’70.

Il reportage sulla Persia ritrovato
Di grande interesse e di alta qualità fotografica è la serie di stampe a colori da diapositive 6×6 scattate in un viaggio della metà degli anni ’70 con il grafico Michele Provinciali. Si era trattato di un lavoro commissionato a Dolcini dallo stesso Provinciali con la finalità di ricavarne un volume a cura di Provinciali e Spotorno editori, a seguito del precedente volume – Iran. L’alba della civiltà – uscito per gli stessi tipi nel  1972. Il soggetto della ricerca erano i bazar e gli spazi di vendita  delle varie tiopologie di artigianato ancora praticate in Iran.
Il volume non fu realizzato, ma resta questo splendido patrimonio di immagini inedite di cui si offre nella mostra una nutrita selezione.

Tra i due moduli, un elemento circolare riguarda invece la dimensione del Dolcini collezionista di ceramica popolare e ceramista lui stesso: due aspetti che testimoniano il suo interesse per l’oggetto d’uso artigianale e la sua possibile contiguità con il design, documentati da una selezione di ceramiche della sua raccolta privata ed una campionatura di quelle da lui realizzate.

Lo spazio del lavoro
Alle pareti della chiesa del Suffragio si dispiega una selezione della produzione grafica di Massimo Dolcini: un corpus di manifesti murali – circa 70 – che documentano la sua attività per i committenti più diversi – istituzioni, enti, imprese attivi nella città, oltre al Comune di Pesaro, per il quale ha lavorato a partire dagli anni Settanta. Lo spazio del Suffragio ospiterà incontri, tavole rotonde e attività pubbliche legate alla figura di Massimo Dolcini, per l’intera durata della mostra (toglierei l’intera frase, la info è ripetuta sotto nelle “attività collaterali).

Il giornale della mostra
Un giornale di mostra conterrà testi e immagini che approfondiranno la figura e l’opera di Dolcini. La pubblicazione sarà offerta gratuitamente ai visitatori.

Le attività collaterali
È previsto un programma di attività collaterali, sia all’interno della mostra che nella città di Pesaro, per l’intera durata dell’evento, dedicate ai diversi aspetti della personalità di Massimo Dolcini.

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La mostra è realizzata con materiali prestati da privati e la collaborazione di CDPG Aiap – Centro di Documentazione sul Progetto Grafico, di AIAP-Associazione italiana design della comunicazione visiva, dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Istituto Tecnico Commerciale “Donato Bramant”e di Pesaro.

Note biografiche
Massimo Dolcini era nato a Pesaro il 3 luglio 1945. Ha iniziato la professione di grafico nel 1969, anno in cui si è diplomato al Corso Superiore di Arte Grafica di Urbino, dove è stato allievo di Albe Steiner e di Michele Provinciali. Due maestri che hanno saputo insegnargli il meglio delle loro esperienze e della loro visione del mondo. Dal 1969 al 1984 ha insegnato a periodi alterni nella città urbinate, Fotografia e Grafica presso l’ISIA (1969-74) e Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti (1974-84). Nel 1971 ha avviato con il Comune di Pesaro un rapporto di consulenza che ha costituito, per quel periodo, un caso unico in ambito internazionale di progettazione dell’immagine di una amministrazione locale. Sin dagli inizi il lavoro di Dolcini e dello studio Fuorischema si è infatti caratterizzato per la specializzazione nella grafica di pubblica utilità (la denominazione è di Albe Steiner), fornendo prestazioni ad enti locali, partiti politici, organizzazioni sociali e culturali. Nel 1981 Fuorischema, affiancato per un breve periodo da M&M, ha iniziato ad acquisire come clienti aziende private, con consulenze d’immagine di natura complessa. L’operatività di Dolcini e dei suoi collaboratori si è aperta ad un campo professionale più allargato e a nuovi strumenti, mutuati dalle agenzie di comunicazione, iniziando un percorso che ha portato, nel 1992, alla nascita di Dolcini associati srl. Dolcini e le sue strutture hanno partecipato a numerose e prestigiose mostre di grafica in Italia e nel mondo e i loro lavori nel campo della comunicazione pubblica e d’impresa sono presenti in raccolte museali, cataloghi e riviste specializzate, nazionali ed internazionali.

LO SGUARDO DI MASSIMO
La creatività nel quotidiano di Massimo Dolcini / Fotografie ceramiche disegni
Centro Arti Visive Pescheria, corso XI settembre 184, Pesaro
18 luglio – 4 ottobre 2015
Inaugurazione sabato 18 luglio h 18.30 > Ingresso libero con card Pesaro Cult
h 17.30 – 22.30, chiuso lunedì / 1- 31 agosto > h 17.30 – 22.30, tutti i giorni
Ingresso libero con card Pesaro Cult
INFO T 0721 387541 pesaro@sistemamuseo.it
www.pesarocultura.it / www.pesaromusei.it
UFFICIO STAMPA Alessandra Zanchi M 328 2128748
info@presszanchi.com / press.zanchi@gmail.com / www.presszanchi.com

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LE PROSSIME ORIGINI

 

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Il prossimo venerdì 11 settembre alle ore 21.30, nell’ambito delle aperture prolungate serali #VenerdìalMuseo, al MANM verrà presentato il libro di Ettore Picardi “Le prossime origini”.Il racconto è un secolo fatto di cento poesie, intercalato da quadri in parole, descritti in prosa e dipinti da nessuno: sono segnalibri e capitoli delle peripezie lungo il tempo. Alla fine restano una stazione, una compagnia esclusiva e coinvolgente, pensieri aumentati verso il lato più libero della propria cronologia: il futuro in cui appariranno i prossimi percorsi e le prossime origini.La serata si svolgerà come una sorta di atto unico, la Psicanalisi di un autore, in cui, col pretesto di una improbabile seduta psicanalitica, saranno presentate alcune poesie del libro.Ettore Picardi sarà accompagnato in scena da Francesco Tranquilli e Pamela Lanciotti, nelle rispettive vesti di psicanalista e di assistente del medesimo.L’autore, Ettore Picardi, è nato a Napoli nel 1963 e vive a San Benedetto del Tronto. Laureato in giurisprudenza, ha lavorato come magistrato ad Ascoli Piceno dal 1991 al 2013. Dal febbraio 2013 è in servizio a L’Aquila. La scrittura e la poesia sono da sempre sue compagne di viaggio.Nel 2009 ha pubblicato una prima raccolta di testi poetici, “Da una casa che non so dov’è”, cui ha fatto seguito nel 2012 “Le predilezioni del pomeriggio”. Entrambe pubblicate da “Marte Editrice”. “Le prossime origini” (2015) è la sua terza opera. http:/ettorepicardi.blogspot.com è l’indirizzo web del blog su cui poter dialogare con l’autore.La partecipazione all’evento in programma sarà gratuita; l’ingresso al museo è a pagamento secondo legge.

Orario: 21.30 – 24.00
Info: tel. 071 202602

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Prestando lampi alla notte su Macerata

Dal nostro lunedi – semestrale di scritture immagini e voci ideato e coordinato da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.

Prima serie Città numero cinque – marzo 2005

Se nostro lunedì chiede al sottoscritto di scrivere una (bella?) pagina su Macerata, sa che rischia di trovarsi sotto gli occhi magari solo un lembo di questa città; un angolo, un nido, un punto marginale o indifferente ai più. Sa – e forse è quello che vuole – che la pagina non conterrà informazioni ma lampi; che chi non le è proprio potrà (spero) visitarla da dentro, da dietro, ed anche più in là (non importa dove ma quanto, più in là) di ciò che comunemente la città significa. Non è un caso, non lo è mai per qualunque città, che Macerata sorga sulle colline (così come altre città sono porti o castelli montani).
È la collina dolce del Piceno, che ha reso il maceratese smussato come i suoi colli; mite quanto inafferrabile; solido quanto mutevole; preda del suo mare d’erba, del moto ondoso delle sue campagne. E, come quando l’architettura era ancora il passaggio del testimone dalla natura all’uomo, anche lo sviluppo urbanistico di Macerata risponde fa presente la cautela nella navigazione, unitamente all’estro geniale ma introflesso, come è proprio di un mare di terra, di barche arroccate sui cucuzzoli. In quelle rare e ottime occasioni in cui un black out mescola provvidenzialmente tutte le carte, aprendo i palazzi del centro storico a uno scuro formidabile, il buio è appena scalfito dalle stelle (per le vie non passa più nessuno e tutt’al più si alza una risata di studenti universitari di ritorno dalla discoteca o dal pub); solitari, ci si perde per i vicoli ormai di­sabitati del centro, fin dove gli spigoli coperti dalla parietaria si concedono al mare d’erba delle colline e in lontananza si può scorgere la sagoma del Conero a picco sul mare; e alle spalle i sobri palazzi rinascimentali, miniature di quelli fiorentini ma di fattura analogamente aggraziata, rigorosamente a faccia vista, alternati da case basse e fughe di sguardo a destra e sinistra, là dove si originano e confondono tra loro viuzze ed erte, sampietrini e scalette.
Poco lontana, la Loggia dei Mercanti: nel cuore della notte, disabitata, sembra quasi rilasciare un po’ delle sue memorie; era lì che ci incontravamo con Remo Pagnanelli. All’epoca l’illuminazione notturna era terrea, non incoraggiava il passeggio. Con Remo e Guido Garufi – e tanti altri amici – si copriva quel vuoto con la forza della parola. Chissà se qualcuno, insieme ai palazzi, un giorno ricorderà anche queste minime cose… I monumenti umani… Mentre cammino ci penso. Anzi, spesso lo faccio: tocco i muri per raggiungere oltre il tempo chi non c’è più: sia che il suo nome sia nella memoria di tutti, sia invece che la sua traccia si sia persa nel nulla. Nel silenzio irreale che c’è intorno, mi tornano anche le voci, le più difficili da ricordare, senza un documento sonoro: mi provo a rimodularle mentalmente, e in questo modo è come se la Piazza della Libertà fosse ancora popolata come allora.
Il sostegno di luci più calde, più avvolgenti, è un conforto che sa calmare e colmare…
Con Pagnanelli, negli ultimi tempi, c’eravamo visti in periferia, dalle parti di casa sua: guardava l’ultimo polmone di verde nella via subito sotto, verso la strada di scorrimento sud (che grande mistero, lo sviluppo viario di Macerata…). C’è anche un video, l’unico esistente di Remo, in cui parliamo insieme di poesia, a casa sua, e quindi sottobraccio ci avviamo a guardare quel famoso polmone verde che, in effetti, come aveva previsto lui, adesso è finito.
La notte facilita il passeggio: arrivo in Piazza Cesare Battisti, davanti alla casa natale di Padre Matteo Ricci. Ecco un’altra vistosa anomalia di Macerata, piccola come Nazareth e – come Nazareth – insospettabile generatrice di grandi personalità.
Il gesuita che qui ebbe i natali è sepolto in Pechino: e nel suo nome (come peraltro in quello di Giuseppe Tucci, altro nostro concittadino) oggi la nostra città conosce una nuova feconda stagione di rapporti, sia istituzionali e commerciali che religiosi, con la Cina; le delegazioni le incrociamo spesso, tra il municipio e il palazzo della Provincia; così come giovani sacerdoti del seminario diocesano e missionario Redemptoris Mater (che qui è sorto pochi anni fa, con l’intenzione precipua della rievangelizzazione, in particolare della Cina) hanno già preso la via della missione verso l’estremo oriente. Chi l’avrebbe mai sospettato, solo dieci anni fa? Eppure Macerata ha da sola più vocazioni dell’intera regione Marche. Di notte, comunque, è ancora e sempre l’isola con i dolci limiti che la fanno paese e mondo: e dai suoi silenzi riaffiorano altre sagome, altre voci, che l’hanno resa meno chiusa fuori dei suoi confini: su tutti, mi vedo davanti il sorriso illuminante di un amico indimenticabile, grande artista, come Wladimiro Tulli, che mi manca ogni giorno un pochino di più; ci sedevamo sotto le logge del Palazzo degli Studi, dopo aver passeggiato un po’. Io gli chiedevo: “Perché se mi vesto di viola e marrone come te, mi sta male, addosso?” e lui replicava di botto: “Perché io non ho paura dei colori!”. Aveva ragione: per questo continuo a camminare da solo nella notte, senza avere più paura del buio.
di Filippo Davoli

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