La nostra era un’amicizia “operativa”, nel senso che si nutriva non di una frequentazione assidua, bensì di incontri in vista di qualche progetto da realizzare, e la conseguente collaborazione era amicale in senso pieno, in quanto caratterizzata da stima e fiducia reciproche nel comune impegno di fare manifestazioni valide per rigore di metodo e novità di impostazione. Dunque, era sul piano culturale che ci si incontrava, e nella diversità di provenienza e competenza, l’intesa era costante e fruttificava iniziative di spessore, realizzate “ad” Ancona e, soprattutto, “per” Ancona. Continua a leggere