tratto da una silloge in divenire
c’è sole ed è tanto – in alto
come un lampione o alberi
senza voglia di spine – in spinta
dal basso dipendo dai numeri
conto sulle dita
come una piccola fata turchina
disimpegno calcare coccolandomi
i pollici in bocca
rammendo le mani legate
stipulo oltraggi come passi di corvi
smanio pesantemente il mio corpo
mi palpo lasciando saliva sui bordi
sono un veleno intarsiato nel rumore
pieno delle maree
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