Una mostra dossier multisensoriale intorno allo straordinario marmo di Gian Lorenzo Bernini, Ancona Pinacoteca Civica Francesco Podesti – Palazzo Bosdari
24 febbraio 2013 – 28 aprile 2013
Dopo i recenti restauri che hanno restituito all’antico splendore il Busto di Medusa di Gian Lorenzo Bernini custodito ai Musei Capitolini e dopo un viaggio negli Stati Uniti, troviamo questa meravigliosa opera ad inaugurare i nuovi spazi della Pinacoteca Civica di Ancona.
Frutto di uno straordinario intervento architettonico che sposa la nuova tecnologia con gli storici ambienti del ‘600: scale sospese nel vuoto, grandi vetrate, spazi aperti rendono questo luogo davvero unico. La mostra, è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la Pinacoteca Civica di Ancona e Musei capitolini: Ancona ha concesso due opere importantissime di Tiziano (la Pala Gozzi e la Crocifissione nella chiesa di San Domenico) per il progetto territoriale Tiziano Grand Tour connesso alla retrospettiva su Tiziano alle Scuderie del Quirinale (5 marzo -16 giugno 2013) che intende dar vita a un articolato insieme di iniziative espositive e di valorizzazione territoriale, incentrate sulla figura e sulle opere di Tiziano in quei territori che custodiscono stabilmente i dipinti del pittore cadorino attraverso un complesso di iniziative. L’esposizione ad Ancona di un’opera così importante è l’occasione per ripercorre una storia e un mito, tra arte e passione. La passione è quella che legò l’artista alla nobildonna Costanza Piccolomini Bonarelli, una storia d’amore e tradimenti che rischiò di trasformarsi in tragedia, di questa vicenda rimane traccia in una coppia di opere realizzate dall’artista con le sembianze dell’amata: il busto di Costanza custodito al Museo del Bargello di Firenze, e quello di Medusa, che raffigura Costanza/Medusa colta nell’attimo dell’inattesa metamorfosi.
Presumibilmente realizzata tra il 1638 e il 1648, rientra nel novero di quelle sculture eseguite “per suo studio e gusto” (come sarà la Verità del 1646), frutto di una personale meditazione dell’artista sulle finalità della scultura e sulle virtù dello scultore (Lavin, 1998). Questa straordinaria opera ha come soggetto il mito citato nelle Metamorfosi di Ovidio, Bernini riesce a cogliere nella scultura il sentimento di un’azione transitoria, trasmettere l’agonia e il dolore della trasformazione, riuscendo a comunicare la passione e l’umanità di quel momento attraverso una resa palpabile e vibrante del marmo.
La mostra è rafforzata da un apparato illustrativo e didattico, un allestimento multisensoriale che comprende un innovativo sistema di illuminazione a LED una partitura musicale a tema e un bouquet di profumi appositamente studiato per l’occasione. Una nuova modalità espositiva che permette al visitatore di fruire la mostra in maniera nuova, potenziata e soggettiva, e di interpretare l’opera in base alla propria sensibilità e background culturale. Per le scolaresche, invece, è stato organizzato un programma didattico dedicato a cura di Artes. E’ prevista infine la pubblicazione di un catalogo, a cura di Antiga Edizioni.
Informazioni mostra:
ingresso: 3,00 euro, ridotto 2,00 euro (under 18 e over 65, soci: Coop, Fai, Touring club)
orari: sabato e domenica, festivi e prefestivi 10:00-13:00 e 16:00-19:00
martedì, mercoledì, giovedì e venerdì 16:00-19:00
(mattina su prenotazione per gruppi e scolaresche)
www.anconacultura.it
www.tizianograndtour.it
Scheda dell’opera:
Busto di Medusa – Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598-Roma 1680)
quarto – quinto decennio del Seicento
marmo di Carrara
misure: cm 50 x 41 x 38 circa
peduccio a rocchetto in portoro: h. cm 18, diam. cm 20.
Base settecentesca rivestita di marmi colorati: dal basso: bigio antico, marmo africano, imettio, giallo antico, verde antico, rosso di Caria, verde Alpi
sul fianco sinistro inciso sul marmo: stemma del Senato e Popolo Romano
sul fianco destro: stemma Bichi
sul lato frontale iscrizione incisa in lettere capitali:
“MEDUSAE IMAGO IN CLYPEIS/ ROMANORUM AD HOSTIUM / TERROREM OLIM INCISA/ NUNC CELEBERRIMI/ STATUARIJ GLORIA SPLENDET/ IN CAPITOLIO/ MUNUS MARCH:/ FRANCISCI BICHI CONS:/ MENSE MARTIJ/ ANNO D./ MDCCXXXI.”
“La testa di Medusa, in antico posta ad ornamento degli scudi dei romani per terrorizzare i nemici, oggi, gloria di un celeberrimo scultore, rifulge in Campidoglio dono del marchese Francesco Bichi, Conservatore nel mese di marzo dell’anno del Signore 1731”.
Provenienza: dono del marchese Francesco Bichi, Conservatore del primo trimestre dell’anno 1731. Il Busto di Medusa e la base sono documentati dal 1734 nella Sala delle Oche; inventario S/1166.
A cura di Francesca Luslini
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