11 agosto “Lo chiederemo agli alberi. Simone Cristicchi” Belforte del Chienti – Stadio Renzo Salvatori

LO CHIEDEREMO AGLI ALBERI di e con SIMONE CRISTICCHI
con Riccardo Ciaramellari pianoforte e fisarmonica
Riccardo Corso chitarre
Giuseppe Tortora violoncello

“L’albero è simbolo di fermezza e accettazione, le radici affondano in profondità mentre i rami svettano verso il cielo. Mette grande serenità osservare questa metafora perfetta dell’abbandonarsi, della fiducia e della speranza”

 

Afferma Simone Cristicchi sul brano Lo chiederemo agli alberi, una delle tracklist della prima raccolta del cantautore italiano Simone Cristicchi, pubblicata l’8 febbraio 2019 dalla Sony Music.

La raccolta contiene una selezione di vari brani incisi dall’artista nel periodo compreso tra le pubblicazioni di Fabbricante di canzoni (2005) e Album di famiglia (2013), con l’aggiunta di due brani inediti: Lo chiederemo agli alberi Abbi cura di me, quest’ultimo presentato al Festival di Sanremo 2019, giungendo al quinto posto ma vincendo il premio Sergio Endrigo alla miglior interpretazione e il premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale.

Simone Cristicchi

SIMONE CRISTICCHI 

Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977 da sempre appassionata della canzone d’autore italiana e straniera.

Inizia la propria carriere artistica nel 1998. Nel settembre del 2003 vince a Crotone il Cilindro di Argento, premio per cantautori emergenti nell’ambito del Festival “Una casa per Rino” dedicato a Rino Gaetano nella sua città natale. Da qui inizia, al seguito dei CiaoRino, ottima cover band romana del cantautore del “nonsense”, una intensa attività live destinata a continuare con Max Gazzè, Niccolò Fabi, Marlene Kuntz, artisti dei quali apre  i rispettivi concerti.

Il 2005 è l’anno dell’affermazione: in gennaio la firma del contratto discografico con Sony Bmg; ad aprile l’uscita del fortunatissimo singolo “Vorrei cantare come Biagio”, curiosa canzone, ironico e raffinato j’accuse ai meccanismi dell’industria discografica. La canzone arriva rapidamente nelle zone alte della classifica radiofonica e di vendita dei singoli: si aprono le porte del Festivalbar, e dopo quattro esibizioni arriva la serata finale del 14 settembre all’Arena di Verona.

Vincitore del Festival di Sanremo 2007 con “Ti regalerò una rosa” che lo condurrà a un successo solido e intramontabile, facendo di Cristicchi uno dei più grandi cantautori della sua generazione.

INFO E PRENOTAZIONE:

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Tutti gli eventi si svolgeranno nel rispetto delle normative anti-covid

I biglietti (dai 10 ai 20 euro) sono acquistabili online su ciaotickets.com e possono essere già prenotati via email: tickets.matmc@gmail.com

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10 agosto “Upwelling” Caldarola – Piazza Vittorio Emanuele

Caldarola è un borgo fiabesco, una terra d’arte che ospita antichi castelli orlati da merlature guelfe ed è proprio che ha luogo lo Show case del Nuovo Album di Francesco Savoretti e Peppe Frana.

L’upwelling, o risalita delle acque profonde, è un fenomeno oceanografico che coinvolge il movimento provocato dal vento di grandi masse di acqua fredda, densa e generalmente ricca di nutrienti, che risalgono verso la superficie dove vanno a rimpiazzare l’acqua superficiale più calda.

Così la musica di questo disco è un’immersione nel background musicale più profondo di Frana (oud) e Savoretti (percussioni), costituito da influenze rock e progressive e un’attenzione verso le libere dinamiche improvvisative care al linguaggio jazzistico, insieme a sonorità e stilemi delle tradizioni modali extraeuropee.

Francesco Savoretti e Peppe Frana

FRANCESCO SAVORETTI è tra i fondatori del Festival FRAME DRUMS ITALIA, Festival riconosciuto a livello Mondiale per la promozione e divulgazione dello studio dei tamburi a cornice delle varie tradizioni. È direttore artistico, insieme al chitarrista Gionni Di Clemente del Festival PAESAGGI ACUSTICI.

PEPPE FRANA collabora stabilmente con molteplici artisti e progetti musicali nell’ambito della musica antica, orientale ed extra colta tra cui ricordiamo: Ensemble Micrologus, Ensemble Calixtinus, Ensemble Ambragrigia (Marco Ferrari, Fabio Tricomi, Peppe Frana), La Contraclau, Cantsiléna, Ensemble Bahar, Mosè Chiavoni, Vinicio Capossela, svolgendo una florida attività concertistica nei più prestigiosi festival italiani e internazionali.

Peppe Frana e Francesco Savoretti

Peppe Frana e Francesco Savoretti

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Il programma di Cinematica Live e Digital Experience ANCONA Mole Vanvitelliana 6 agosto 2021

VENERDÌ 6 AGOSTO

Corte della Mole

 

Sala Polveri

h 19.00 Talk

TRUTH or DARE: la sfida del digitale per le arti performative

con il gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, composto dalla prof.ssa Laura Gemini, Stefano Brilli, Francesca Giuliani, la curatrice Federica Patti e Carlotta Tringali dell’AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali.

Ingresso libero su prenotazione

Il gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCUI) dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo si interessa da anni del rapporto fra media e performing art, dal punto di vista della mediologia e della sociologia dei processi culturali. Questo interesse riguarda due principali percorsi di ricerca teorica ed empirica: le relazioni che intercorrano fra forme performative e media digitali, sia per quanto riguarda l’impiego delle tecnologie digitali da parte degli artisti della performance, sia nel modo in cui le culture digitali adottano pratiche performative; i pubblici delle performing art e le loro trasformazioni; l’attenzione verso questo tema si è concretizzata nell’istituzione dell’Osservatorio dei pubblici dello spettacolo dal vivo interno al centro di ricerca LaRiCA (Laboratorio di Ricerca sulla Comunicazione Avanzata). L’Osservatorio ha svolto e pubblicato ricerche sul pubblico del Santarcangelo Festival, sul Rossini Opera Festival e sul pubblico dello spettacolo dal vivo nelle Marche. La crisi del Covid ha accentuato il nesso fra arti performative e culture digitali, per cui sin da marzo 2020 abbiamo iniziato ad osservare se e in che modo il settore teatrale ha impiegato il digitale. Il prossimo passo, accanto all’indagine dei prodotti artistici, degli spazi comunicativi e della prospettiva degli artisti, sarà interrogare il punto di vista del pubblico delle arti performative online durante la pandemia, osservando significati e posizioni spettatoriali emerse.

Laura Gemini (PhD) è professoressa associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCUI) dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Insegna Linguaggi mediali, performance e forme dello spettacolo e Sociologia dell’immaginario e culture visuali nella stessa università. I suoi interessi di ricerca riguardano la relazione fra performance, media e pubblici. In questi ambiti svolge attività di ricerca empirica sulle audience e sui processi legati alla spettatorialità. Fra le pubblicazioni, le monografie L’incertezza creativa. I percorsi sociali e comunicativi delle performance artistiche (FrancoAngeli, 2003), In viaggio. Immaginario, comunicazione e pratiche del turismo contemporaneo (FrancoAngeli, 2008) e, come coautrice, Fenomenologia dei Social Network. Presenza, relazioni e consumi mediali degli italiani online (Guerini, 2017). Fa parte della redazione della rivista Connessioni Remote. Artivismo, Teatro, Tecnologia e Sociologia della Comunicazione. È membro del Performance & New Technologies working group del Theatre and Performance Research Association (TaPRA). Per una lista aggiornata delle sue pubblicazioni: shorturl.at/degA1

Stefano Brilli (Ph.D.) è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCUI) dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Ha conseguito il dottorato in Sociologia della Comunicazione e Scienze dello Spettacolo presso la stessa università. È inoltre docente di Teorie e analisi dei media presso il corso di Science della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo. Dal 2017 al 2019 è stato assegnista di ricerca presso l’Università IUAV di Venezia lavorando al progetto di ricerca INCOMMON sulle dinamiche relazionali della scena artistica dell’Avanguardia Teatrale italiana degli anni ’60 e ’70. I suoi principali ambiti di ricerca includono lo studio dell’irriverenza nelle culture digitali, il rapporto fra pratiche performative e social media e lo studio dei pubblici dello spettacolo dal vivo. Ha pubblicato in riviste come Social Media+ Society, International Journal of Performance Arts and Digital Media, Zeitschrift für Medienwissenschaft, Mediascapes Journal, Problemi dell’Informazione, Comunicazioni Sociali, Sociologia della Comunicazione e Journal of Italian Cinema and Media Studies. Per una lista aggiornata delle sue pubblicazioni: shorturl.at/itCFY.

Francesca Giuliani è dottoranda in Studi Umanistici presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCUI) dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Svolge un progetto di ricerca, cofinanziato dalla Regione Marche e dal CMS – Consorzio Marche Spettacolo, che si concentra sullo studio di strategie di sviluppo per i piccoli teatri storici delle Marche. È responsabile del blog SguarDimora e del blog ResiDanceXL, dove si occupa di critica e documentazione dei processi creativi. I suoi principali ambiti di ricerca includono lo studio delle arti dello spettacolo dal vivo con l’attenzione particolarmente rivolta ai pubblici e all’audience development. Ha pubblicato: Viaggi teatrali: migrazione e turismo nel teatro contemporaneo (Scritture Migranti 2019, con L. Gemini), Il dispositivo teatrale alla prova del Covid-19. Mediatizzazione, liveness e pubblici (Mediascapes Journal 2020, con L. Gemini e S. Brilli).

Federica Patti è storica dell’arte, docente e curatrice indipendente, la cui ricerca si concentra sulle arti multimediali digitali, su progetti interattivi e partecipativi, sulle live media performance con una propensione all’apertura e alla contaminazione verso pubblici e spazi non convenzionali. Vincitrice della nona edizione dell’Italian Council nel 2020, attualmente collabora con MAMbo – Museo d’Arte Moderna Bologna, CUBO – Centro Unipol Bologna e Romaeuropa Festival nell’ideazione e realizzazione di mostre e attività educative legate ai temi di arte, scienza, nuove tecnologie. È membro del collettivo LaRete Art Projects e di IKT – International Association of Curators of Contemporary Art. Scrive per le riviste Artribune magazine e Creativeapplication.net.

AMAT Associazione Marchigiana per le Attività Teatrali è il circuito regionale multidisciplinare della Regione Marche, con compiti di distribuzione e di promozione del pubblico negli ambiti del teatro, della danza, della musica e del circo contemporaneo.

Sala Vanvitelli

INAUGURAZIONE INSTALLAZIONI AUDIOVISIVE DI DANIELE SPANÒ + URSULA CRISTOBAL + ELEONORA MANCA + FLAVIA MAZZANTI + SANDRINE DEUMIER

aperte da venerdì 6 a domenica 8 agosto orario 18.00/22.00

Piccolo Archivio del Sollievo di Eleonora Manca

2021

Di quando si è provato a cambiare nuovamente pelle. Di quando, leggendo Lucrezio, si è riscoperto che “il tatto è il senso del corpo intero” e si è andati in cerca di nuova pelle.

Eleonora Manca Laureatasi con una tesi sulle Avanguardie russe, Eleonora Manca (Lucca, 1978) è un’artista visiva e videoperformer che utilizza vari media (principalmente fotografia, video, videoinstallazioni, installazioni di poesia visiva e libri d’artista) al fine di creare percorsi comunicativi dando origine a una forma ibrida di codice poetico. Il suo lavoro ruota attorno i temi della metamorfosi, della memoria e della memoria del corpo. È stata “artista del mese” per il centro IGAV di Torino (marzo 2015), l’opera video Skia è entrata a far parte dell’Esposizione Permanente dell’IGAV presso la Castiglia di Saluzzo (Cn), Il video Reverse Metamorphosis è stato vincitore de Magmart IX edition, a cura di Enrico Tomaselli, lo stesso video è parte della collezione permanente del Cam-Casoria Contemporary Art Museum, una produzione fotografica è stata acquisita dall’Archivio Italiano dell’autoritratto fotografico (MUSINF di Senigallia, a cura di Carlo Emanuele Bugatti e Giorgio Bonomi), è tra gli artisti di VisualContainer, è nel volume: “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea” Vol. II (a cura di Giorgio Bonomi) nella sezione “Il corpo come denuncia e scandalo”. Invitata in residenza d’artista a M’arte Montegemoli Arte, VI edizione, nel giugno 2017, cura di Eleonora Raspi, in collaborazione con Accademia Libera Natura e Cultura. Presente negli atti cartacei del convegno FASCinA: “Essere (almeno) due. Donne nel cinema italiano”, Sassari 13-15 ottobre 2016, nel capitolo: “Tessere la memoria: Eleonora Manca, Maria Lai, Ketty La Rocca. Teorie e pratiche artistiche in dialogo” a cura di Elena Marcheschi. Ha partecipato a The Others Art Fair (Torino, 1-4 novembre 2018) con il progetto site-specific “Niente di personale, neanche un diario” (sezione: Expanded Screen). Ha esposto in numerosi festival di videoarte (tra i quali: Videoformes, Invideo, Over the Real, Fuorinorma al Macro di Roma, NodoCCS, MADATAC, Fonlad Digital Art Festival, Berlin International Directors Lounge, FIVA, Asolo Art Film Festival, FIVAC) collettive e personali in Italia e all’estero. Vive e lavora a Torino.

 

Fino a qui

di Daniele Spanò

suono: Gup Alcaro

performers: Biagio Caravano e Roberta Zanardo

Fino a qui è un progetto nato nel 2014 in occasione del Ring Festival.  Il lavoro indaga il rapporto tra il corpo e la superficie intendendo quest’ultima come elemento di separazione tra la vita reale e quella virtuale, tra lo spazio intimo e privato da quello pubblico e collettivo. Attraverso l’uso di videoproiezioni e suoni, l’obiettivo è stato quello di trasformare la facciata del Teatro del Giglio in una superficie luminosa e dinamica, funzionale al racconto. Fino a qui non si limita ad essere un intervento o un’azione incentrata sulla valorizzazione della facciata, bensì un momento di verifica su alcune questioni centrali della ricerca dell’artista quali; la possibilità di trovare nuove funzionalità per l’architettura, il rapporto tra uno spazio intimo (il teatro) e uno spazio pubblico (la piazza), l’identificazione della superficie come elemento di separazione tra interno ed esterno, il rapporto tra corpo e architettura.

Daniele Spanò dopo una formazione da scenografo, inizia il lavoro di regista e artista visivo. Tra le creazioni più importanti: Line in the sand al Made in NY Media Art Center (NYC) 2019, Orbis nella città di Yerevan (Armenia) prodotto dall’Ambasciata italiana in Armenia nel 2019, Pneuma a Spoleto per Palazzo Collicola Arti Visive e inserito nel programma della cinquantottesima edizione del Festival dei Due Mondi, Atto Primo a Piazza del Popolo a Roma nel 2013, Rifrazioni permanenti, Piazza Colonna 2011 Roma, MiBAC.   Nel febbraio 2011 viene selezionato dal celebre regista e artista Takeshi Kitano per rappresentare il fermento artistico della città di Roma per un format televisivo da lui condotto. Dal 2012 al 2015 è consulente artistico per la Fondazione Romaeuropa e curatore di DigitaLife presso gli spazi della Pelanda di Roma. Dal 2014 nasce la collaborazione con Luca Brinchi con il quale realizza contenuti multimediali per numerosi spettacoli come Hamlet di Andrea Baracco, Ritratto di una capitale per la regia di Fabrizio Arcuri, Ragazzi di Vita Di Massimo Popolizio, Don Giovanni dell’Orchestra di Piazza Vittorio, Freud e Antigone di Federico Tiezzi, Se questo è un uomo di Walter Malosti, Excelsior di Salvo Lombardo. Nel 2016 insieme a Luca Brinchi è autore e regista di Aminta, una coproduzione della Sagra Musicale Malatestiana, Teatro di Roma e Vie Festival. Dal 2016 al 2020 è membro dello staff di direzione artistica e di coordinamento per La Festa di Roma evento culturale del Capodanno del comune di Roma. Attualmente è docente di Regia Multimediale presso l’istituto Rufa di Roma.

 

Falling

di Sandrine Deumier

Falling è lo studio di un collasso. Composta da nove scene di «collassologia» create da immaginari della cultura di Internet, quest’opera cerca di interrogare un possibile smantellamento delle pratiche umane di soggezione alla natura e classificazione delle specie attraverso una ricerca di posture eco-femministe. Il progetto si basa sul potere delle anticipazioni utopiche e femministe e sull’idea di cortocircuitare l’immaginario collettivo da internet per sviluppare nuove utopie e inventare immaginazioni sostenibili. Con il sostegno di Casa de Velázquez | Hangar.org | Institut Français Barcellona.

Sandrine Deumier è un’artista multidisciplinare che lavora nel campo della performance, della poesia e della video arte il cui lavoro indaga il tema post-futurista, attraverso lo sviluppo di forme estetiche legate agli immaginari digitali. Con la sua doppia formazione filosofica e artistica, ha costruito uno stile poetico poliedrico incentrato sul tema del cambiamento tecnologico e sul luogo performativo della poesia concepita attraverso le nuove tecnologie. Usando il materiale della parola come immagine e l’immagine come vettore di parole, lavora anche all’incrocio tra video e poesia sonora, considerandoli dispositivi sensibili per esprimere una forma di materiale inconscio. Il processo di scrittura e il materiale mobile dell’immagine funzionano come significati sottostanti di riflusso che si riferiscono alle sue installazioni reali e alle performance audiovisive in collaborazione con i compositori.

SITO WEB

http://sandrinedeumier.com

 

EN EL PROFUNDO DE LA PIEL

2021

di Ursula San Cristobal

Nel profondo della pelle è un poema audiovisivo sull’autoerotismo inteso come un’esperienza globale di cura di sé, che va ben oltre i genitali. In un momento in cui il piacere sembra essere stato codificato come bene di consumo da utilizzare e buttare via, l’autoerotismo propone un modo di essere nel mondo basato sulla cura e sul rispetto del proprio corpo, un atteggiamento che possiamo poi estendere alla nostra interazione con tutti i soggetti. Affrontare il proprio piacere implica affrontare tabù, paura, punizione e senso di colpa. Per questo motivo, il pezzo è articolato come un processo che parte dalla paura, per finire gradualmente per riconciliarsi con la propria pelle.

Ursula San Cristobal è un’artista interdisciplinare e ricercatrice di origine cilena con sede a Barcellona. Il suo lavoro propone un punto di incontro tra musica, arte contemporanea e linguaggio audiovisivo. Si dedica principalmente all’arte dal vivo e alla videoarte low tech, affrontando temi come la violenza di genere, la migrazione, la memoria, l’identità e la soggettività. Il lavoro recente di Ursula è stato selezionato e proiettato in festival come IVAHM 18 e 19 International Video Art House Madrid (Spagna), CineAutopsia 4 e 5: Bogotá Experimental FilmFestival (Colombia), 3° Video arte e animazioneBiennale di Puebla (Messico), Deep Trash Escoria 2018 Cuntemporary (Londra), Festival de DiseñoAudiovisual Experimental de Valdivia (Cile), 31º e 32º Festival Les Instants Vidéo (Francia) ), 8°Camagüey International Video Art Festival (Cuba), Every Woman Biennial Film Festival 2019 (NewYork, USA), Magmart Video Under Vulcano (Italia), BIDEODROMO International Experimental Filmand Video Festival (Bilbao, Spagna), 6° EIVV, International Meeting on Videodance e VideoPerformance (Valencia, Spagna), Mostra Viva Del Meditarrani de Valencia (Spagna), Miami New Media Festival (USA) e Traverse Vidéo (Tolosa, Francia). Úrsula è professore di comunicazione al Tallerde Músics (College of music, Barcelona) e attualmente sta facendo il suo dottorato di ricerca in Storia dell’Arte e Musicologia presso l’Università Autonoma di Barcellona. La sua tesi riguarda il ruolo del suono nella Performance art e nella video arte.

 

Sympoietic Bodies di Flavia Mazzanti

Sympoietic Bodies è un progetto artistico-filosofico realizzato in forma di un cortometraggio ibrido, che esplora la dissoluzione dei confini tra il corpo umano e il suo ambiente fisico e sociale. La trama mostra uno scorcio della vita di “C”, abitante di una configurazione urbana, e dettagli della sua interazione e percezione all’interno dell’ambiente circostante. Il progetto nasce dall’interesse nel combinare una comprensione filosofica dei nostri corpi e della loro interazione con l’ambiente circostante, con l’esplorazione di nuove possibilità tecnologiche nel contesto dell’arte digitale e dei film sperimentali. “Sympoietic Bodies” mira a spingere e dissolvere i confini sia nella tecnologia cinematografica che in argomenti artistico-filosofici, esplorando la relazione simbiotica tra corpo umano e ambiente sociale e fisico. Il progetto è presentato sotto forma di un cortometraggio, che funge da mezzo narrativo e mostra la continua crescita, trasformazione e decadimento di organismi ibridi — e con essi del corpo umano e no. L’uso ibrido di animazioni generate al computer e di riprese digitali ha l’intenzione di fornire prospettive diverse sui nostri corpi e su ciò che ci circonda, creando al contempo un’interazione continua tra un punto di vista antropocentrico e uno post-antropocentrico. Tutto quello che si vede nel film proviene dal mondo fisico ed è stato successivamente elaborato in software di animazione e simulazione. Ognuna delle tecnologie utilizzate (motion capture, nuvola di punti, fotogrammetria, sensore Kinect, fotocamera digitale) è stata scelta con lo scopo di esplorare un diverso punto di vista sui nostri corpi e sul mondo che ci circonda.

Flavia Mazzanti è un’architetta, artista e ricercatrice italo-brasiliana con sede a Vienna, Austria. Si è laureata con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, dopo aver completato gli studi di Bachelor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio (CH). La sua tesi di laurea ha ricevuto il Premio Gustav Peichl per il disegno architettonico e il premio Würdigungspreis per il lavoro artistico. La ricerca di Flavia si concentra sulle relazioni (post) antropocentriche e sui sistemi ibridi, spaziando da teorie filosofiche e architettoniche al new media art e cinema sperimentale. Conferenze e mostre in Europa e Nord America.

 

Corte della Mole Vanvitelliana

h 21.00 MAGNETICA (O DEI CORPI SOTTILI)

Serena Di Biase

Serena Di Biase

Serena Di Biase è ricercatrice e compositrice di linguaggi e segnali sonori. Autrice di poesia (Amnesia dei vivi – Pequod ed. ’15, La bambina lo sa – La Gru ed. ’19) e performer, nel corso della sua ricerca artistica ha incontrato diverse realtà teatrali con cui ha studiato e collaborato (Punzo, Adriatico, Masotti, Castellucci, Guidi, Valdoca, Motus, Ballico, Kijartansson, Macellerie Pasolini, La Furibunda e Silvia Gallerano). È autrice e voce per Radio Città Fujiko e Fango Radio e collabora con realtà performative indipendenti. Svolge la sua indagine all’interno della sperimentazione sonora e del vocal/soundscape. Il suo primo progetto di performance Umani sognano leoni elettrici? è stato premiato al Pergine teatro festival ‘20, nella sezione Supernova – drammaturgie sperimentali.

La sua corrente produzione è Magnetica (o dei corpi sottili), droning sonoro che genera contaminazione tra parola/flusso lirico e suono concreto, in un trattamento orizzontale delle fonti. Il linguaggio si origina e muore ciclicamente all’interno della texture generata da campionamenti analogici, loops, vocals, oggetti sonori rielaborati, field recordings, cataloghi personali di corpi sottili manipolati. I frammenti linguistici, restituiti live o d’archivio, sono decostruiti dal dispositivo, che dall’addizione vocale modulata, si apre a geografie di suono minimal/concrete dove il corpo/voce è metamorfico, il linguaggio si compatta per essere suono continuamente sfibrato, armonizzato, reintegrato, alterato e sovraimpresso, da parola significante a elemento anarcoide, frattale, sillabico, mimetico, disinibito da connotazioni semiotiche, riproposto in un’ottica metafisica di inclusione/fusione al paesaggio.

 

a seguire

SERPENTINE

Ludovica Manzo + Serena Antonelli

Serpentine

Ludovica Manzo voce, elettronica, synth, live sampler & Loredana Antonelli live visual.

Ludovica Manzo crea un tragitto non lineare utilizzando la voce come principale sorgente sonora. Un flusso continuo in cui texture di suoni, brani originali e l’esplorazione timbrica della voce nuda sono immersi nei potenti live visual creati dall’artista multimediale, regista e performer Loredana Antonelli. Le sue cattedrali immaginarie ed i paesaggi cromatici, frutto di una ricerca su principi di pittura astratta e fenomeni percettivi-sensoriali, sono in continuo dialogo con la musica per realizzare un viaggio/racconto sinestetico.

I due spettacolo ingresso 6€

in collaborazione con AMAT

Biglietti su:

https://www.vivaticket.com/it/biglietto/magnetica-serpentine/161601

 

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9 agosto “Riccardo Sinigallia” Civitanova Alta – Teatro Annibal Caro

 

In questa estate di grandi ritorni sul palco anche Riccardo Sinigallia torna in tour per alcune date in giro per l’Italia, toccando anche la meravigliosa Civitanova.

Un tour dove non vengono presentate nuove canzoni, ma dove quelle già scritte tornano a farsi sentire e stabiliscono nuove relazioni con noi stessi e con gli altri.

Dopo un anno e mezzo passato senza concerti, Sinigallia torna sul palco in forma ancora più intima e informale, con Laura Arzilli (basso e voce), Francesco Valente (chitarra) e Maurizio Loffredo (mix)

Riccardo Sinigallia
©fabiolovino

RICCARDO SINIGALLIA 

Scrive canzoni dall’età di 12 anni.

Nel 1988 forma i 6 suoi ex, band con cui scrive, suona e canta per quattro anni nei centri sociali e nei club dei primi anni Novanta.

Nel 1994 comincia la collaborazione come autore e produttore con Niccolò Fabi.

Nel 1997 produce e firma alcune canzoni de “La favola di Adamo ed Eva” di Max Gazzè.

È dello stesso periodo il ritornello di “Quelli che benpensano” di Frankie HI Nrg con il quale dirigerà anche il videoclip, iniziando una lunga collaborazione che lo vedrà dietro alla macchina da presa per molte delle sue produzioni musicali, tra cui quella dei Tiromancino.

Nel 2000 – dopo aver partecipato al disco “Medicina Buona” del collettivo “La Comitiva” – l’uscita de “La descrizione di un attimo” album di cui firma con il gruppo la produzione e tutte le canzoni, tra cui la titletrack, “Due destini”, che sarà nei titoli di coda de “Le fate ignoranti” e “Strade” con cui parteciperà in duetto con il gruppo al Festival di Sanremo di Fabio Fazio.

Nel 2003 il suo primo lavoro “Riccardo Sinigallia”.

Nel 2006 viene pubblicato “lncontri a metà strada”, il secondo album.

Nel 2009 produce “Musiche Ribelli” di Luca Carboni.

Del 2013 è invece la produzione di “Non erano fiori” di Coez.

Nel 2014 con i brani “Prima di andare via” e” Una rigenerazione” Riccardo Sinigallia partecipa per la prima volta da solista al Festival di Sanremo, a cui farà seguito, il 20 febbraio, la pubblicazione del suo terzo disco “Per tutti”.

Nel 2015 viene chiamato da Valerio Mastrandrea a comporre la traccia dei titoli di coda di “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, selezionato come film italiano per la candidatura agli Oscar 2015 e presentato al Festival del Cinema di Venezia dove “A cuor leggero” ha vinto il premio “Ho visto una canzone” assegnato da Assomusica e successivamente è stata candidata come miglior canzone ai David di Donatello del 2016, anno in cui scrive il testo di “Amami” per Mina e Celentano e produce “La fine del vent’ anni” del cantautore Motta, miglior album d’esordio al Premio Tenco.

Nel 2018, “Prima di Andare Via” viene incluso nella colonna sonora del film “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino.

Il 14 settembre 2018, il quarto album “Ciao cuore” viene pubblicato dalla Sugar Music. Il disco viene anticipato il 31 agosto 2018 dal singolo della title track, che viene accompagnato da un videoclip con protagonista Valerio Mastandrea, per la regia di Daniele ‘Dandaddy’ Babbo. Durante la sedicesima edizione di Alice nella città, sezione Panorama Italia, alla Festa del Cinema di Roma, viene presentato Backliner, film biografico su Riccardo Sinigallia, per la regia di Fabio Lovino.

Riccardo Sinigallia ha realizzato con i deProducers tre album di tre spettacoli:

Planetario” (2012)

Botanica” (2017)

“D.N.A.” (2019)

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Cinematica Live e Digital Experience ANCONA Mole Vanvitelliana 6 / 8 agosto 2021

«Dopo un anno e più di pandemia sono ormai molte le esperienze di riscrittura performativa legate alla fruizione virtuale – ha detto la direttrice artistica, Simona Lisi -, attraverso la call for artists abbiamo scelto un insieme di proposte molto interessanti che insieme ad altri artisti scelti per la loro forza e visionarietà, rappresentano un’ opportunità unica di visionare in questi tre giorni una rosa di lavori emblematici del panorama artistico contemporaneo. Abbiamo voluto forzare la mano proprio sulla corporeità, in questo periodo dove il corpo viene messo a repentaglio dal distanziamento e dalla paura del contagio, presentando artisti che mettono al centro della propria ricerca il corpo nelle sue sfaccettature più forti e anche nascoste, da un lato la pelle, il tocco, dall’altro la spinta, lo scandalo, la forza dell’abbraccio».

 

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4 agosto “Tango all’Opera. Anna Serova & Tango Sonos” San Ginesio – Chiostro di Sant’Agostino

L’evento si volgerà all’interno del Chiostro di Sant’Agostino, teatro di una leggenda secondo la quale il pozzo al centro del chiostro contiene acqua ritenuta miracola e chiamata “Acqua di San Nicola” che, secondo la tradizione, fu fatta sgorgare dalle preghiere di San Nicola.

ANNA SEROVA & TANGO SONOS

Anna Serova – viola

Antonio Ippolito – bandoneon

Nicola Ippolito – pianoforte

Con la partecipazione  di ballerini di tango argentino

La grande tradizione dell’opera italiana incontra i ritmi del tango e del folclore argentino. Le immortali arie, duetti e sinfonie dei grandi operisti italiani, come Rossini, Verdi e Puccini, assumono un colore nuovo, vibrante ed originale, nelle rivisitazioni di Roberto Molinelli, affidate alla virtuosità della viola di Anna Serova e del trio Tango Sonos (bandoneon, pianoforte e contrabbasso).

Il Tango deriva per gran parte dall’immigrazione italiana in Argentina, tanto che i più grandi compositori di questo genere portano cognomi evidentemente italiani (Piazzolla, Pugliese, Troilo, D’Arienzo, De Caro…). L’opera italiana e la canzone napoletana hanno pertanto influenzato grandemente lo sviluppo del Tango nella regione del Rio de la Plata, tra l’Argentina e l’Uruguay. Nella stessa regione, inoltre, erano e sono ancora presenti ritmi e forme musicali autoctone o di derivazione africana, per via dell’altra grande immigrazione di massa nel continente americano (milonga, chacarera, zamba…). Il progetto “Tango all’Opera” riunisce questi mondi così lontani geograficamente, eppure così legati da una stretta parentela musicale. Il progetto Tango all’Opera vanta dell’alto patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia.

 ANNA SEROVA 

Figura unica nel panorama internazionale, la violista Anna Serova ha ricevuto negli ultimi anni dediche da alcuni dei più importanti compositori contemporanei, i quali hanno creato per lei un nuovo genere di composizione, unendo la forma del concerto all’azione scenica di un’opera di teatro. Musicista eclettica, è anche straordinaria ed appassionata interprete e ballerina di Tango argentino. Si è esibita come solista nelle più prestigiose sale concertistiche del mondo con orchestre come la Moscow State Symphony Orchestra, Siberian Symphony Orchestra, Karelia Symphony Orchestra, Orchestra di Padova e del Veneto, Belgrade Philharmonic, Amazonas Philharmonic, Orchestra Sinfonica di Roma, Orchestra dell’Arena di Verona.

Varie sue incisioni discografiche (DECCA, NAXOS, BRILLIANT CLASSIC, VELUT LUNA) hanno entusiasmato la critica e ottenuti premi e riconoscimenti. Anna Serova presta volentieri la sua arte per beneficenza: nel 2002 e nel 2004 ha registrato assieme a Filippo Faes due Cd dedicati a progetti del ROTARY INTERNATIONAL.

“Tango Sonos” è una realtà consolidata nel panorama tanguero internazionale. Ben conosciuti nelle stagioni concertistiche di tutta Europa, i Tango Sonos collaborano da anni con i più grandi ballerini (Miguel Angel Zotto & Daiana Guspero, Sebastian Arce & Mariana Montes, Neri Piliu & Yanina Quiñones, Pablo Moyano & Roberta Beccarini, Ruben Celiberti), musicisti (Anna Serova, Roberto Molinelli, Orchestra “Roma Sinfonietta”, Adrian Fioramonti, Ruben Peloni, Hyperion Ensemble) e con attori e registi di fama internazionale (Lindsay Kemp, Sebastiano Lomonaco, Arnoldo Foà, Nestor Saied).Dal 2015 fanno parte della celebre compagnia “Tango x 2” di Miguel Angel Zotto, con cui calcano i palchi dei più importanti teatri europei.

Entrambi diplomati cum laude in pianoforte con il M° Cinzia Falco, i fratelli Antonio e Nicola Ippolito (bandoneón e pianoforte) sono affermati concertisti in qualità di solisti, con orchestra e in diverse formazioni da camera.

Dal 2015 i TANGO SONOS, in formazioni che vanno dal duo al quintetto, sono l’orchestra della celebre compagnia “Tango x 2”, diretta dal ballerino di fama mondiale Miguel Angel Zotto.

Nel 2016 iniziano una collaborazione con la violista russa Anna Serova, con progetti che spaziano dalla musica barocca arrangiata per viola e bandoneón al Tango di Astor Piazzolla e dei grandi maestri argentini.

INFO E PRENOTAZIONE:

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“IL VIOLINO SOMMERSO” Intervista al liutaio anconetano Pierfrancesco Pesaola

È una calda mattina d’estate come tante altre, ma entrando nel laboratorio di Pierfrancesco si ha la sensazione di essere in un altrove in cui le domande, le aspettative con cui si è arrivati rimangono sulla porta del laboratorio per entrare in un’altra dimensione. Continua a leggere

3 agosto “As Madalenas” Montelupone – Parco Franchi

Parco Franchi è il cuore verde di Montelupone che ospita alberi secolari sui quali svetta il “Roccellino” una medievale torre di avvistamento ed è in questa cornice naturale che si esibiscono “As Madalenas

Il duo è composto da:

Cristina Renzetti: voce, chitarra, percussioni

Tati Valle: voce, chitarra, percussioni

“As Madalenas”

Tra le più attive interpreti di musica brasiliana in Italia, Cristina Renzetti e Tati Valle si sono incontrate nel 2014 per unire le loro voci, le chitarre, le percussioni e dare vita ad un progetto unico, pieno di freschezza e intensità.

Il loro primo album “Madeleine” (Brutture Moderne 2015) ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica (“uno dei migliori dischi brasiliani dell’anno” per il Venerdì di Repubblica, “armonia pura” per O Globo Brasil).

Nel 2018 esce il secondo album “Vai, menina” con la partecipazione di molti ospiti, tra cui il grande compositore Guinga, Gabriele Mirabassi, Valentino Corvino e Vince Abbracciante, dove le due musiciste continuano nella loro ricerca di un suono energico e al tempo stesso sognante.

Dolci ed energiche, As Madalenas si scambiano gli strumenti e le intenzioni, la lingua italiana e quella portoghese, esprimendo la forza e la delicatezza del mondo femminile e le sfumature diverse del folklore brasiliano, della samba e della canzone d’autore.

Il duo sarà accompagnato nella performance dalla guest Carolina Bubbico: voce e piano.

CAROLINA BUBBICO © Lucia Olivieri

Carolina Bubbico © Lucia Olivieri

CAROLINA BUBBICO cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra, che negli ultimi anni ha collezionato importanti esperienze e partecipazioni, arrivando a esibirsi nei più significativi festival italiani e internazionali e nei migliori club nel mondo, tra cui i Blue Note di Milano, Tokyo e Pechino al fianco di Nicola Conte, e partecipando a Sanremo 2015 in veste di arrangiatrice e direttrice d’orchestra per Il Volo, vincitori
tra i Big e per Serena Brancale tra le giovani proposte.
L’esordio discografico è nel 2013 con “Controvento” (Workin’ Label/Goodfellas), seguito nel 2015 da “Una donna” (Workin’ Label /I.R.D/Puglia Sounds) e nel 2020 “Il dono dell’ubiquità” (Sun Village Records/Puglia Sounds) con i quali ha ottenuto un notevole successo di pubblico e critica.
Nel 2017 compie un tour in Italia con il Maestro Peppe Vessicchio e i musicisti del Sesto Armonico per “Il grande viaggio insieme” di Conad. Nel 2018 ha partecipato, come unica cantante ammessa, alle audizioni del Thelonious Monk Institute diretto da Herbie Hancock. Nel 2019 nasce il progetto “Pangea” per il quale la Bubbico scrive e arrangia un programma sinfonico, presentato per la prima volta insieme all’Orchestra Oles.
Nel 2018 è stata docente di Canto Pop presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno. Attualmente è docente di Canto Pop presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.

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1 agosto “Anna Tifu e Giuseppe Andaloro” Treia – Villa Spada “La Quiete”

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Villa Spada, il luogo del cuore di Treia, è una delle più belle ville italiane ottocentesche in stile neoclassico. Tra i suoi giardini e i suoi colonnati si perdono le note delle sinfonie dei grandi musicisti contemporanei: Anna Tifu e Giuseppe Andaloro.

ANNA TIFU

Vincitrice nel 2007 del prestigioso concorso internazionale George Enescu di Bucharest, Anna Tifu è considerata una delle migliori interpreti della sua generazione.

Nata a Cagliari, ha iniziato lo studio del violino all’età di sei anni sotto la guida del padre e a suonare in pubblico a 8 anni, vincendo il primo premio con Menzione Speciale di Merito alla Rassegna di Vittorio Veneto.
A undici anni ha debuttato come solista con l’Orchestra National des Pays de la Loire e l’anno dopo, all’età di 12 anni, debutta alla Scala di Milano con il Concerto n.1 di Max Bruch.
All’età di quattordici anni vince il 1° premio al Concorso Internazionale Viotti Valsesia e nello stesso anno vince il 1° premio al Concorso Internazionale M. Abbado di Stresa. Si diploma appena quindicenne al Conservatorio di Cagliari con il massimo dei voti e la Menzione d’Onore.
Ha studiato con Salvatore Accardo all’Accademia Walter Stauffer di Cremona e successivamente all’Accademia Chigiana di Siena dove, nel 2004, ottiene il Diploma d’Onore.
Viene ammessa, all’età di 17 anni, al Curtis Institute di Philadelphia dove ha studiato con Aaron Rosand, Shmuel Ashkenazy e Pamela Frank e successivamente si perfeziona Parigi dove ottiene il diploma superiore di Concertista.

Si è esibita con alcune tra le più prestigiose Orchestre Nazionali ed Internazionali.

Recente è il suo debutto per la casa discografica Warner Classics, in duo con il pianista Giuseppe Andaloro.

Anna Tifu

Anna Tifu

Giuseppe Andaloro è considerato uno dei più apprezzati artisti della sua generazione. Nato a Palermo nel 1982, ha iniziato giovanissimo una intensa attività concertistica, proponendo al pubblico un vasto repertorio che spazia dal Rinascimento alla musica moderna e contemporanea. La sua trascrizione della “Sagra della Primavera” di Stravinsky per due pianoforti e due violoncelli ha riscosso sincera approvazione dalla critica e grande successo di pubblico alla serata sold-out della prima esecuzione. È stato ospite di importanti festival (Salzburger Festspiele, Ruhr Klavier, Spoleto Due Mondi, Bucarest Enescu, Ravello, “Chopin” Duszniki-Zdròj, A.B. Michelangeli di Brescia e Bergamo, “Al Bustan” Beirut, “Mehli-Mehta” Mumbai) e in alcune delle più celebri sale da concerto del mondo, fra cui La Scala di Milano, Salle Gaveau di Parigi, Konzerthaus di Berlino, Gasteig di Monaco, Royal Festival Hall e Queen Elizabeth Hall di Londra, Santa Cecilia nel “Parco della Musica” di Roma, Rudolfinum Dvořák Hall a Praga, Anfiteatro Simón Bolívar a Città del Messico, Teatro Oriente a Santiago del Chile, Sumida Triphony Hall a Tokyo, Esplanade Auditorium di Singapore, City Hall Concert Hall a Hong Kong. Suona regolarmente con rinomate orchestre.

giuseppe andaloro

Giuseppe Andaloro

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25 luglio “Tra Sacro e Profano” Montefano – Piazza Bracaccini

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La musica di Daniele di Bonaventura incontra la danza di  Roberto Lori nella meravigliosa cornice di Piazza Bracaccini a Montefano.

coreografia Roberto Lori

musica dal vivo di Daniele Di Bonaventura

produzione Compagnia degli Istanti/Compagnia Simona Bucci

con il sostegno di MIBAC – dipartimento dello spettacolo dal vivo

e Regione Toscana

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Daniele Di Bonaventura e Roberto Lori

Il bandoneón, strumento del tango e della musica sacra allo stesso tempo, suonato dal maestro Daniele Di Bonaventura, accompagna il corpo di Roberto Lori, danzatore contemporaneo.

Un movimento tra evocazione e fisicità dove l’antico e inconfondibile suono del bandoneón incontra la danza libera dei nostri giorni.

Tra sacro e profano si mostra al pubblico come un puro dialogo tra musica e danza.

Un dialogo inedito perché improvvisato.

Movimento corporeo e suono coinvolgono lo spettatore in un abbraccio di sonorità e gesti nati unicamente dall’ascolto reciproco tra i due artisti guidati, influenzati, trascinati l’uno dalla sensibilità dell’altro.

Roberto Lori dà forma alle note impeccabili di Daniele Di Bonaventura attraverso una danza morbida, armoniosa, colma di senso e di capacità comunicativa ed evocativa.

Daniele trasporta i gesti e il corpo del danzatore in luoghi sacri, profondi, viscerali attraverso la sua inconfondibile musica.

tra sacro e profano

Daniele Di Bonaventura e Roberto Lori

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