Un’epigrafe.
“Guarda la notte che non si dirada
sui gradini del mondo, tu che siedi
dove più forte è il vento di ogni strada:
questo il presente della storia, il lutto
reso ai dove del niente, la contrada
di passi che si perdono, il delitto
nel silenzio dei nomi quando avara
è la virtù del sogno che condanna
gli uomini al loro nulla, a una memoria
di volti senza voce, a un’ombra bianca;
altro non chiedi, nella luce che tocca
la morte che non vedi e che ti affianca,
se la pietà, nel freddo, non ti parla,
se vivere è soltanto quel che devi.”