Marco Puca
MIOTICA
CANOVA22
dal 25 al 30 settembre 2016
Roma / Via Antonio Canova 22
a cura di Rezarta Zaloshnja
A Dario e Medusa
To Dario and Medusa
Questi panoramici acquerelli hanno più a che fare con la fotometria che con la semplice e morbida rappresentazione morfologica marchigiana. C’è di più.
Nella interazione della luce con la materia, costruisco un impianto di generale rarefazione. Un’idea miope di esistenzialismo. Nella profondità di un paesaggio morfologico, la luce stende un velo di coscienza, quella che appartiene a tutti noi.
Gli elaborati godono di una dimensione panoramica, quindi espressiva.
Marco Puca
These water colour landscapes have more to do with photometry than with the simple and soft Marche morphological representation. There is more.
In the interaction of light and matter, I am building an implant of general rarefaction.
A shortsighted idea of existentialism. In the depth of a morphological landscape, the light spreads a veil of conscious, that which belongs to all of us. The elaborators enjoy a panoramic dimension, therefore expressive.
Marco Puca
Destinazione Miotica
«Niente ci è più estraneo della casa i cui fantasmi ci sono familiari.
Nessuna cosa è più simile a noi di quella che ci appare più lontana».
Milo Rossi
“Miotica” nell’opera di Marco Puca, è innanzitutto una visione. Una modalità di visione del mondo. L’idea di partenza di Puca per questo ciclo espressivo, origina dal fenomeno medico – la MIOSI – consistente nella diminuzione del diametro delle pupille, che nella fisiologia si verifica come risposta (e difesa) quando l’occhio è colpito da un’intensa sorgente luminosa. Dunque è come se l’artista guardasse le cose e gli oggetti circostanti attraverso gli occhi socchiusi, quasi a filtrarne le percezioni e le fisionomie consuete ed abituali, a favore di una visuale più anomala, insolita e forse più pregnante. Ciò comporta nell’artista e nello spettatore che guardi l’opera, un minimo “sforzo” che è più mentale che non visivo e che consenta l’accomodazione oculare ma su ciò che non è visibile, che non c’è.
E che dunque diviene rappresentazione di un paesaggio interiore o comunque interiorizzato dall’artista. Un paesaggio che senza questa peculiare modalità dello sguardo, rimane relegato all’immaginario o nel terreno dell’onirico. Puca, attraverso questa visione “miotica” raggiunge altresì un’acutezza ben più efficace della semplice messa a fuoco, perché ciò che per lui è importante, è mostrare le cose come non sono realmente, rivelandone il loro aspetto fantasmatico ed essenzialmente enigmatico che non può essere colto da una visione normale e naturale del mondo. In questo ciclo di acquerelli, Marco sottolinea ancora di più, attraverso la fluidità che è tipica di questa tecnica, anche la fluidità del mondo, la rarefazione della luce sui paesaggi, l’evanescenza delle cose terrene.
Così anche un paesaggio reale, assume nelle opere di Puca, un’aura di misteriose evocazioni, di sembianze consuete ormai trapassate in una dimensione irreale. Se l’Arte è visione del particolare che diviene universale, la pittura di Puca ci rimanda ad una prospettiva più sotterranea e recondita, nascosta nelle armonie/disarmonie della psiche che anela ad una semplice complessità: quella che permette di vedere oltre le cose, attraversandole, e non fermandosi alla loro mera apparenza. Nei paesaggi di Puca la luce è essenziale alla materia così come pure alla visione. D’altronde come ci avvisava Kafka, «con una luce fortissima si può dissolvere il mondo».
E partendo da questo abissale pensiero, anche l’artista tenta di cancellarlo per ricrearne una o molteplici, straodinarie epifanie.
Maria Rita Montagnani
Critico d’arte/curatore indipendente
Destination Mioptic
«Nothing is stranger to us than a house where the ghosts are familiar to us. Nothing is simpler to us than that which seems far away».
Milo Rossi
“Mioptic” in the Marco Puca work of art, is above all a vision. A way of seeing the world. Puca’s initial idea for this expressive cycle, originates from a medical phenomenon – MIOSIS – which consists of the reduction in the diameter of the pupils. Under normal circumstances, this occurs as a defensive response when the eye is hit by an intense light source. It is therefore almost as if the artist is looking at things and surrounding objects through half closed eyes, almost filtering perception and customary and routine physiognomy, in favour of a more abnormal vision, unusual and maybe more loaded. This means that the artist and the spectator who views his work has to make an “effort” which is more mental than visual and so permits the accommodation of the eye but of that which is not visible, which is not present.
It becomes a representation of an interior landscape or at least interiorized by the artist. A landscape without this peculiar way of observing, remains relegated to the imaginary or in the terrain of dreams. Through this “mioptic” vision, Puca reaches a much more effective acuteness than the simple representation, because that which is important for him, is demonstrating things as they are not really, revealing their phantom and essentially enigmatic quality that can’t be obtained from a normal and natural vision of the world. In this cycle of water colours, Marco further underlines, through the typical fluidity of this technique, the fluidity of the world, the rarefaction of light on the landscape, the evanescence of earthly things.
In this way even a real landscape assumes an aura of mysterious evocation, a customary appearance which has passed into an unreal dimension. If Art is the vision of the particular which becomes universal, Puca’s paintings sends us a more underground and obscure prospective, hidden in the harmony/disharmony of the psyche which gasps at a simple complexity: that which permits us to see beyond things, going through them, and not stopping at their mere appearance. In Puca’s landscapes light is essential to the material as is vision. After all, as Kafka states, “with a strong light we can dissolve the world”. And beginning with this abyssal thought, even the artist attempts to cancel it in order to recreate one or multiple extraordinary epiphanies.
Maria Rita Montagnani
Art Critic/independent curator
Si sono interessati del lavoro
They became interested in his work
Giancarlo Bassotti, Bruno Cantarini, Dolores Carnemolla, Maurizio Cesarini, Carlo De Mitri, Armando Ginesi, Azzurra Immediata, Cristina Magnanelli, Gian Ruggero Manzoni, Paolo Marasca, Martina Mayolesi, Maria Rita Montagnani, Umberto Palestini, Massimo Raffaelli, Roberto Rizzente, Enzo Siciliano, Rezarta Zaloshnja.
Marco Puca
Marco Puca è nato ad Ancona nel 1973, dove vive e lavora. Ha frequentato l’Istituto d’Arte E. Mannucci poi conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Nel 1993 ha esposto le sue opere al Premio Marche. Nel 1994 ha vinto il primo premio nella sezione “Arte viva Senigallia” a cura di Omar Galliani. Dopo la mostra a Milano, Pescara, Pesaro, Ancona, Vladikafka (Russia), Senigallia, Cagli, Jesi. Ha collaborato con Enzo Siciliano, Vincenzo Raponi e Massimo Raffaelli per la “La città invisibile”. Ha collaborato con la rivista “nostro lunedì” curata da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.
Hanno scritto di lui: Enzo Siciliano, Umberto Palestini, Maurizio Cesarini, Martina Majolatesi, Maria Rita Montagnani, Gian Ruggero Manzoni, Carlo De Mitri, Armando Ginesi, Giancarlo Bassotti, Cristina Magnanelli, Bruno Cantarini, Roberto Rizzente.
Exhibitions // Personal
1996 “Con amore voglio fare a pugni”, Falegnameria Marchigiani, Falconara Marittima (AN).
2000 “Quartiereraffinato”, Galleria deposito, Senigallia (AN).
2004 “La città invisibile”, Marco Puca, Vincenzo Raponi, Enzo Siciliano, Falconara Marittima (AN).
2011 “3/3” Galleria Il contemporaneo, Jesi (AN).
2012 “DreamTime” Galleria d’Arte Puccini, Ancona.
2015 “ARCATE-SPLEEN-DENTI”, Tempio San Rocco, Mole Vanvitelliana, Ancona. A cura di Maria Rita Montagnani, in collaborazione con la galleria Gino Monti arte contemporanea.
2016 “Miotica”, galleria CANOVA22, Roma.
Exhibitions // Collective
1993 “Marcati stretti”, Galleria Progetto Arte, Falconara Marittima (AN). 1994 “Arte viva a Senigallia”, 1° premio, sezione disegno, curato da Omar Galliani, Senigallia (AN).
1998 ” La miniera” Collettiva organizzata dall’Accademia delle Arti di Urbino.
1999 ” Rizoma”, Ex Forno, Pescara (PE).
2000 “Rizoma”, Lanciano (CH).
2001 “Inquilini”, Galleria Ali d’Oro, Pesaro (PU).
2001 “Campionamenti visivi”, Galleria Ali d’Oro, Pesaro (PU).
2002 “Misure uniche”, Collezione privata Cav. Serafino Fiocchi, Cagli (PU).
2004 “La città invisibile”, presentazione Enzo Siciliano, disegnatore di luci Vincenzo Raponi, Falconara Marittima (AN).
2011 “Alanica”, Vladikavkaz, Ossezia settentrionale, Russia.
2012 “Artitude”, Milano.
2013 “Quinto Quarto”, Palazzo Gradari Pesaro (PU). Mole Vanvitelliana, Ancona. A cura di Roberto Rizzente e Andrea Giusti.
2014 Arte Fiera, Genova.
2014 “Casaforte”, sede amministrativa Di Ferdinando Costruzioni, Giulianova (PE).
Marco Puca
Marco Puca was born in Ancona in 1973, where he lives and works now. He attended the E. Mannucci Art Institute and finished his diploma in painting at the Fine Art Academy of Urbino. In 1993 he exhibited his art at Premio Marche. In 1994 he won the first prize in the category “Live Art Senigallia” organized by Omar Galliani. Following this he exhibited in Milan, Pescara, Pesaro, Ancona, Vladikafka (Russia), Senigallia, Cagli and Jesi. He has collaborated with Enzo Siciliano, Vincenzo Raponi and Massimo Raffaelli for “the invisible city”.
He collaborated with the magazine “nostro lunedi” directed by Francesco Scarabicchi and Francesca Di Giorgio. He has been written about by: Enzo Siciliano, Umberto Palestini, Maurizio Cesarini, Martina Majolatesi, Maria Rita Montagnani, Gian Ruggero Manzoni, Carlo De Mitri, Armando Ginesi, Giancarlo Bassotti, Cristina Magnanelli, Bruno Cantarini, Roberto Rizzente.
Exhibitions // Personal
1996 “I want to fight with my fists like love” Marche Carpentry Falconara Marittima (AN).
2000 “Refined quarter”, Deposti gallery Senigallia (AN).
2004 “The invisible city”, Marco Puca, Vincenzo Raponi, Enzo Siciliano, Falconara Marittima (AN).
2011 “3/3” The contemporary gallery, Jesi (AN).
2012 “Dream Time” Puccini Art Gallery, Ancona.
2015 “ARCHES-SPLEEN-TEETH”, San Rocco Temple, Mole Vanvitelliana Ancona. Curated by Maria Rita Montagnani, in collaboration with Gino Monti Contemporary Art Gallery .
2016 “Mioptic”, CANOVA22 Gallery, Rome.
Exhibitions // Collective
1993 “Tightly Marked”, Art Progect Gallery, Falconara Marittima (AN). 1994 “Live Art in Senigallia” 1st prize in drawing category, curated by Omar Galliani, Senigallia (AN).
1998 “The Mine” Collection organized by the Fine Arts Academy of Urbino
1999 “Root Stock” Ex Forno, Pescara (PE).
2000 “Root Stock”, Lanciano (CH).
2001 “Tennants”, Gold Wing Gallery, Pesaro (PU).
2001 “Visual samples”, Gold Wing Gallery, Pesaro (PU).
2002 “Unique measurements”, private collection Cav. Serafino Fiocchi, Cagli (PU).
2004 “the invisible city”, presentation by Enzo Sicliano, light designer Vincenzo Raponi, Falconara Marittima (AN).
2011 “Alanica”, Vladikavkaz, Eastern Ossezia, Russia.
2012 “Artitiude”, Milano.
2013 “Fifth Fourth”, Palazzo Gradari Pesaro (PU). Mole Vanvitelliana, Ancona. Curated by Roberto Rizzente and Andrea Giusti.
2014 Art Fair, Genova.
2014 “Safehouse”, administrative office of Ferdinando Constructions, Giulianova (PE).
CANOVA22
MIOTICA
a cura di Rezarta Zaloshnja
Marco Puca
testo critico
Maria Rita Montagnani
direzione artistica
Fiorenza d’Alessandro
fotografie
Sergio Marcelli
comunicazione social
Domenico Giordano
concept e grafica
Francesca Di Giorgio
Associazione Culturale CANOVA22
via Antonio Canova 22
Italia / 00139 Roma
www.canova22.com
identità visiva e comunicazione
Lirici Greci
www.liricigreci.it
finito di stampare
nel mese di settembre 2016
Grafiche Esposto, Polverigi (An)
SI RINGRAZIANO
Alberto Antomarini
Greta Duca
Angelo Nunziato
Rocco Renne
Life Hotel, Porto Recanati