La nostra era un’amicizia “operativa”, nel senso che si nutriva non di una frequentazione assidua, bensì di incontri in vista di qualche progetto da realizzare, e la conseguente collaborazione era amicale in senso pieno, in quanto caratterizzata da stima e fiducia reciproche nel comune impegno di fare manifestazioni valide per rigore di metodo e novità di impostazione. Dunque, era sul piano culturale che ci si incontrava, e nella diversità di provenienza e competenza, l’intesa era costante e fruttificava iniziative di spessore, realizzate “ad” Ancona e, soprattutto, “per” Ancona. Continua a leggere
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A SCUOLA DI FILOSOFIA
SECONDO INCONTRO DELLA RASSEGNA “A SCUOLA DI FILOSOFIA”
con Giancarlo Galeazzi
giovedì 23 giugno h.17,30
facoltà di economia “giorgio fuà” – aula A
ancona – piazzale raffaele martelli 8
INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti
Tema del giorno: Solidarietà
“La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un ‘essere o non essere’, una questione di vita o di morte”. Immanuel Kant
“Principio di solidarietà: un valore fondamentale per la democrazia”. Arianna Apostoli
“Solidarietà: una utopia necessaria”. Stefano Rodotà
Giancarlo Galeazzi, nato ad Ancona nel 1942,
è docente di filosofia al Polo teologico marchigiano dell’Università Lateranense. È presidente onorario della SFI di Ancona, e direttore del Festival del Pensiero plurale. Gli è stata conferita la benemerenza civica dal Comune di Ancona e la cittadinanza onoraria dal Comune di Osimo. Ha pubblicato i volumi: J. Maritain un filosofo per il nostro tempo (Massimo 1999) e Personalismo (Bibliografica 1998); ha curato i volumi: Gadamer a confronto (Angeli 2002), Scienza e filosofia oggi (Massimo 1980), Filosofia e scienza nella società tecnologica (Angeli 2004), L’estetica oggi in Italia (Libr. Ed. Vaticana 1997), Le Marche del pensiero (Quaderni Cons. Reg. Marche 2015).
Ideazione e direzione
Giancarlo Galeazzi
presidente onorario SFI Ancona
Comitato scientifico
Giancarlo Galeazzi, Simona Lisi, Francesca Di Giorgio
Organizzazione e promozione
Associazione Ventottozerosei
Tutti gli incontri sono ad Ingresso Libero, fino ad esaurimento posti
Filosofia in movimento è su prenotazione
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071 222 2321
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“La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un ‘essere o non essere’, una questione di vita o di morte.”(Immanuel Kant)
LUIGI ZOJA – 16 GIUGNO 2016
Il traguardo dei venti anni è certamente per una rassegna filosofica come “Le parole della filosofia” un traguardo ragguardevole, perché testimonia che l’iniziativa ha avuto successo e risponde a una esigenza diffusa, che ho sintetizzato nella espressione: il piacere di trovarsi insieme per pensare e di trovarsi per pensare insieme”. E la formula è semplice: riflettere nell’ambito di un tema su alcune parole che lo specificano, parole che non necessariamente appartengono al lessico filosofico, ma che sempre sono trattate dal punto di vista filosofico.
Così la filosofia si è, in una qualche maniera e in una certa misura, riappropriata della sua funzione civile, invitando le persone a riflettere con alcuni pensatori italiani, i quali nelle loro conversazioni si limitano a un esercizio del pensiero che invita a proseguire in modo autonomo. Ebbene, limiti e forza, misericordia e arroganza: sono quattro parole con le quali si sono volute alcune “ambivalenze del presente”: a queste è dedicata la XX edizione de “Le parole della filosofia”: ancora una volta le parole selezionate sono soltanto segnaletiche di un clima culturale; altre potrebbero essere indicate, ma quelle scelte sono attraversate da un filo rosso, vale a dire l’idea di limite.
ancona, teatro sperimentale “lirio arena”
giovedì 16 giugno 2016 h.21
Tema del giorno: Arroganza
“La storia dell’Occidente è la storia di quel modo di vita caratterizzato dalla espansione senza limiti, conseguente a un’inconscia conversione dei nostri antenati; infatti, per gli antichi greci, la morale stava nell’osservanza dei limiti, ma proprio essi si insuperbirono dei loro successi e capovolsero il tabù del limite: cominciarono a sostituirsi agli dèi.” Luigi Zoja
“Occorre spegnere la tracotanza ancor più che un incendio.” Eraclito
“Da niente bisogna guardarsi tanto come dal crescere di quella mala erba che si chiama arroganza e che rovina in noi ogni buon raccolto.” Friedrich Nietzsche
Arroganza } LUIGI ZOJA
filosofo e psicoanalista
giovedì 16 giugno 2016 } h. 21.00
Nato a Varese nel 1943, si è laureato in economia; ha poi studiato presso il C. G. Jung Institut di Zurigo, dove succesivamente è stato docente; ha insegnato anche all’Università dell’Insubria e ha tenuto corsi presso diverse università italiane ed estere. Attualmente lavora a Milano.
È stato presidente del Centro italiano di psicologia analitica (CIPA) e dell’Associazione internazionale di psicologia analitica (IAAP). Ha vinto il premio per la saggistica psicologica “Gradiva Award” e il Premio Palmi 2001 per il libro: Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (Bollati Boringhieri 2000). Autobiografico è il suo volume: Cadere sette volte… rialzarsi otto. Dal fallimento al successo: la storia di un uomo che affronta la vita, le sue difficoltà e le proprie paure (Trevisini 2014). Altre sue opere da ricordare sono: Coltivare l’anima e Storia dell’arroganza: psicologia e limiti dello sviluppo (Moretti e Vitali 1992 e 2003), La morte del prossimo (Einaudi 2009), Utopie minimaliste: un mondo più desiderabile anche senza eroi (Chiare Lettere 2013). Presso l’editore Bollati Boringhieri ha pubblicato: Giustizia e bellezza (2007) e più recentemente Psiche (2015).
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GIORGIO COSMACINI
LE PAROLE DELLA FILOSOFIA – XX EDIZIONE
Il traguardo dei venti anni è certamente per una rassegna filosofica come “Le parole della filosofia” un traguardo ragguardevole, perché testimonia che l’iniziativa ha avuto successo e risponde a una esigenza diffusa, che ho sintetizzato nella espressione: il piacere di trovarsi insieme per pensare e di trovarsi per pensare insieme”. E la formula è semplice: riflettere nell’ambito di un tema su alcune parole che lo specificano, parole che non necessariamente appartengono al lessico filosofico, ma che sempre sono trattate dal punto di vista filosofico.
Così la filosofia si è, in una qualche maniera e in una certa misura, riappropriata della sua funzione civile, invitando le persone a riflettere con alcuni pensatori italiani, i quali nelle loro conversazioni si limitano a un esercizio del pensiero che invita a proseguire in modo autonomo. Ebbene, limiti e forza, misericordia e arroganza: sono quattro parole con le quali si sono volute alcune “ambivalenze del presente”: a queste è dedicata la XX edizione de “Le parole della filosofia”: ancora una volta le parole selezionate sono soltanto segnaletiche di un clima culturale; altre potrebbero essere indicate, ma quelle scelte sono attraversate da un filo rosso, vale a dire l’idea di limite.
ancona, teatro sperimentale “lirio arena”
martedì 7 giugno 2016 h.21
Tema del giorno: Misericordia
“La pregiata moneta double-face della misericordia, oltre a essere spesa per sollevare il peso di antiche perduranti miserie, può e deve essere investita in opere di cultura e di cura, attuali e diverse, da valorizzare e far crescere.” Giorgio Cosmacini
“Dalla disperazione alla misericordia: uscire insieme dalla crisi globale” Roberto Mancini
“Compassione coltivazione dell’umano” Cettina Militello
Misericordia } GIORGIO COSMACINI
storico e filosofo della medicina
martedì 7 giugno 2016 } h. 21.00
Nato a Milano nel 1931, è laureato in medicina e specializzato in radiologia; attualmente insegna storia della medicina nelle facoltà di filosofia e di medicina dell’Università San Raffaele e alla facoltà di lettere e filosofia alla Statale di Milano. Recentemente gli è stato conferito dal comune di Milano l’Ambrogino d’oro. Di carattere autobiografico è Il romanzo di un giovane medico (Viennepierre 2005). Oltre che di opere di storia della medicina (L’arte lunga, Laterza1997), della chirurgia (La vita nelle mani, Laterza 2003) e della professione (Il mestiere di medico e La scomparsa del dottore, Cortina 2000 e 2013), è autore dei seguenti volumi pubblicati da Laterza: La qualità del tuo medico. Per una filosofia della medicina (1995), Lettera a un medico sulla cura degli uomini (2003), Introduzione alla medicina (2007) e Prima lezione di medicina (2009). Da ricordare inoltre: Salute e bioetica (con Roberto Mordacci, Einaudi 2002) e Testamento biologico. Idee e esperienze per una morte giusta (Il Mulino 2010). Qui è da segnalare in particolare il libro intitolato Compassione (Il Mulino 2012) che tratta delle opere di misericordia ieri e oggi
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FILOSOFICA MENTE
LE PAROLE DELLA FILOSOFIA – XX EDIZIONE
Il traguardo dei venti anni è certamente per una rassegna filosofica come “Le parole della filosofia” un traguardo ragguardevole, perché testimonia che l’iniziativa ha avuto successo e risponde a una esigenza diffusa, che ho sintetizzato nella espressione: il piacere di trovarsi insieme per pensare e di trovarsi per pensare insieme”. E la formula è semplice: riflettere nell’ambito di un tema su alcune parole che lo specificano, parole che non necessariamente appartengono al lessico filosofico, ma che sempre sono trattate dal punto di vista filosofico.
Così la filosofia si è, in una qualche maniera e in una certa misura, riappropriata della sua funzione civile, invitando le persone a riflettere con alcuni pensatori italiani, i quali nelle loro conversazioni si limitano a un esercizio del pensiero che invita a proseguire in modo autonomo. Ebbene, limiti e forza, misericordia e arroganza: sono quattro parole con le quali si sono volute alcune “ambivalenze del presente”: a queste è dedicata la XX edizione de “Le parole della filosofia”: ancora una volta le parole selezionate sono soltanto segnaletiche di un clima culturale; altre potrebbero essere indicate, ma quelle scelte sono attraversate da un filo rosso, vale a dire l’idea di limite.
Su questa idea insistono variamente i quattro relatori invitati, a cominciare da Remo Bodei, il quale -nel suo recentissimo volume intitolato Limite (Il Mulino) apparso nella collana intitolata significativamente “parole controtempo”- afferma che “è diventato urgente ripensare l’idea di limite, di cui si è persa la piena consapevolezza -normale in altri tempi-, in modo da essere meglio in grado di definire l’estensione della nostra libertà e di calibrare la gittata dei nostri desideri. A questo scopo sarà utile conoscere i molteplici e concreti aspetti dei singoli limiti, riscoprirne di volta in volta, le ragioni, stabilirne i criteri di rilevanza e compierne un’attenta mappatura”. Dal canto suo, Giacomo Marramao aveva avvertito –tra l’altro nel volume Contro il potere (Bompiani)- che solo l’idea di relazione “consente di ridefinire in senso radicalmente nuovo la nozione di soggetto: nella direzione (…) di una ontologia del limite e del contingente aperta alla prassi di trasformazione e imperniata su una radicale ridefinizione della coppia identità-differenza”.
In un’altra ottica, anche Giorgio Cosmacini, nel suo libro intitolato Compassione (Il Mulino) e dedicato alle “opere di misericordia ieri e oggi”, insiste sul “senso del limite” e, conseguentemente, sul “criterio di giustizia che inerisce alle opere di misericordia debitamente aggiornate”. Infine, Luigi Zoja, nella sua Storia dell’arroganza (Moretti & Vitale), dove prende in considerazione “psicologia e limiti dello sviluppo” si chiede: Perché non siamo più capaci di limitare i nostri bisogni? Se discutiamo dei limiti dello sviluppo, dovremmo chiederci perché vogliamo uno sviluppo senza limiti. Ci accorgeremo allora che questa tendenza è relativamente recente e storicamente condizionata. La storia dell’Occidente è la storia di quel modo di vita caratterizzato dalla espansione senza limiti; dalla metastasi delle produzioni, che è una conseguenza della metastasi dei bisogni. E l’origine sta in un’inconscia conversione dei nostri antenati; infatti, per gli antichi greci, la morale stava nell’osservanza dei limiti, ma proprio essi si insuperbirono dei loro successi e capovolsero il tabù del limite: cominciarono a sostituirsi agli dèi. Così, da quattro punti di vista diversi, questi pensatori riflettono sulla condizione umana, sulla sua limitatezza e sulle ambivalenze che la connotano, e con le quali occorre, senza semplificazioni, misurarsi seriamente, contribuendo a riflettere sulla antropologia e a ripensare l’umanesimo.
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Remo Bodei – 12 aprile 2016
LE PAROLE DELLA FILOSOFIA – XX EDIZIONE
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Così la filosofia si è, in una qualche maniera e in una certa misura, riappropriata della sua funzione civile, invitando le persone a riflettere con alcuni pensatori italiani, i quali nelle loro conversazioni si limitano a un esercizio del pensiero che invita a proseguire in modo autonomo. Ebbene, limiti e forza, misericordia e arroganza: sono quattro parole con le quali si sono volute alcune “ambivalenze del presente”: a queste è dedicata la XX edizione de “Le parole della filosofia”: ancora una volta le parole selezionate sono soltanto segnaletiche di un clima culturale; altre potrebbero essere indicate, ma quelle scelte sono attraversate da un filo rosso, vale a dire l’idea di limite.
“ (… è) utile conoscere i molteplici e concreti aspetti dei singoli limiti, riscoprirne di volta in volta, le ragioni, stabilirne i criteri di rilevanza e compierne un’attenta mappatura.” Remo Bodei
“È una caratteristica delle menti istruite accontentarsi del grado d’esattezza consentito dalla natura dell’argomento e non cercare l’esattezza laddove solo l’approssimazione è possibile”. Aristotele
“I limiti del mio linguaggio costituiscono i limiti del mio mondo.” Ludwig Wittgenstein
Limiti } REMO BODEI
storico della filosofia
teatro sperimentale “lirio arena” – ancona
martedì 12 aprile 2016 } h. 21.00
Nato a Cagliari nel 1938, si è laureato all’Università di Pisa, e ha perfezionato la sua preparazione filosofica a Tubinga e Friburgo; attualmente insegna filosofia all’Università della California Los Angeles, dopo aver insegnato per lunghi anni storia della filosofia ed estetica alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa. Ha tenuto insegnamenti e conferenze in università europee, americane e australiane. È stato nominato socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È presidente del comitato scientifico del Festival Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. È autore di numerosi volumi tra cui: Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno (Einaudi 1987), Geometria delle passioni: paura, speranza, felicità (Feltrinelli 1991), Le forme del bello (Il Mulino 1995), Le logiche del delirio: ragione, affetti, follia (Laterza 2000), Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze (Feltrinelli 2002), La vita delle cose (Laterza 2009) Ira: la passione furente (Il Mulino 2011), Generazioni (Laterza 2015). Qui ricordiamo in particolare il recentissimo volume intitolato Limite (Il Mulino 2016). Un capitolo gli è stato dedicato nel volume Filosofi italiani contemporanei della Storia della filosofia dell’editore Bompiani.
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A RIPARO DAL VENTO
[youtube_sc url=”https://youtu.be/vc76BcbUCpk”]
Guido Bandini è autore e regista di documentari, format tv, cortometraggi, video clip e film per l’industria. Con una predilizione per il cinema documentario indipendente e per i nuovi linguaggi, ha realizzato documentari d’autore e di creazione ( “Da qui”, “Il mestiere dell’attenzione – Mattia Moreni e la regressione della specie”, “A riparo dal vento”) video poesia e opere di video-art ( “Mimo Miracolo” – “Cerimoniale”). “A riparo dal vento” è il suo primo documentario girato nelle Marche.
Marche. Campagne maceratesi. Il dialogo muto tra un vecchio e la sua terra; ricordi di freddo, di duro lavoro nei campi, di rassegnazione; frammenti di un mondo che ancora sopravvivono nei pensieri e nelle parole di Luigi Paolucci, ex contadino a mezzadria che oggi vive insieme al figlio e alla badante in un condominio di periferia. Ma questi sono giorni particolari per Lello! sta per arrivare il giorno del suo centesimo compleanno e la famiglia gli si stringe attorno preparandosi a festeggiarlo: la figlia Iolanda ma soprattutto la nipote Cristina che, grazie all’evento, passerà un po’ di tempo col nonno, interrogandosi sull’inevitabilità di un ripensamento radicale dell’esistenza umana in rapporto alla natura che lo circonda.
www.ariparodalvento.blogspot.it
Guido Bandini > www.guidobandini.com > www.vivaimago.com
Info
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A RIPARO DAL VENTO
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Guido Bandini è autore e regista di documentari, format tv, cortometraggi, video clip e film per l’industria. Con una predilizione per il cinema documentario indipendente e per i nuovi linguaggi, ha realizzato documentari d’autore e di creazione ( “Da qui”, “Il mestiere dell’attenzione – Mattia Moreni e la regressione della specie”, “A riparo dal vento”) video poesia e opere di video-art ( “Mimo Miracolo” – “Cerimoniale”). “A riparo dal vento” è il suo primo documentario girato nelle Marche.
Marche. Campagne maceratesi. Il dialogo muto tra un vecchio e la sua terra; ricordi di freddo, di duro lavoro nei campi, di rassegnazione; frammenti di un mondo che ancora sopravvivono nei pensieri e nelle parole di Luigi Paolucci, ex contadino a mezzadria che oggi vive insieme al figlio e alla badante in un condominio di periferia. Ma questi sono giorni particolari per Lello! sta per arrivare il giorno del suo centesimo compleanno e la famiglia gli si stringe attorno preparandosi a festeggiarlo: la figlia Iolanda ma soprattutto la nipote Cristina che, grazie all’evento, passerà un po’ di tempo col nonno, interrogandosi sull’inevitabilità di un ripensamento radicale dell’esistenza umana in rapporto alla natura che lo circonda.
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III – Lena
Intina da almeno cinquant’anni
vive intrappolata
nella coscienza di una bambina.
Tutto il giorno
vaga tra i padiglioni
abbracciando una bambola
come se fosse l’unica erede
della sua estraneità…
la domenica pranza con noi
esile come una creatura innocente
si ciba d’incanto…
parola dopo parola
diventa sempre più libera
di abitare il suo poema apatico
ma pieno di bambole e silenzi
che pettinano l’ira impavida
dei suoi coinquilini…
la sua follia ha una logica
che la proietta nella libertà:
ha scelto di non essere donna
per contenere l’odore infernale degli uomini.
Fernando Lena
da “La quiete dei respiri fondati“
Fernando Lena è nato a Comiso (RG) nel 1969 dove vive e lavora.
Diplomatosi all’Istituto d’arte ha fatto per alcuni anni l’orafo.
La poesia è stata sempre una dominante nel suo cammino esistenziale abbastanza tortuoso ,in vari periodi di silenzio editoriale ha pubblicato due libri fondamentali
e qualche silloge, il più recente a parte quello edito dalla Archilibri dal titolo
“Nel Rigore Di Una Memoria Infetta“, è un poemetto edito Nei Quaderni Dell’Ussero
(Puntoacapo editrice) “La Quiete dei Respiri Fondati” è presente in alcuni blog
ed è stato finalista in premi (Tivoli Europa Giovani, Astrolabio, Vola alta la parola, Torre Dell’Orologio ecc..)
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Una vitaccia
brano tratto da nostro lunedì n.9 – marche – prima serie
Sono stato sempre piuttosto sospettoso nei riguardi del mondo. C’è un motivo, a quanto mi hanno raccontato poi. Ero nato da una diecina di minuti, quando mio padre mi afferrò con una mano per i polpacci e mi portò in giro a penzoloni per tutto l’ospedale, urlante a testa in giù, a mostrarmi ai colleghi. Questo accadeva nell’Ospedale Civile di Ancona, dove mio padre era chirurgo, aiuto del primario, il professor Cappelli. Mio padre si chiamava Eitel Alessandri. Il nome gli era stato conferito a suo tempo da sua madre colpita dalle foto del bellissimo principe Eitel Hohenzollern, in visita nel nostro paese al principio del secolo scorso. Credo che in Italia l’unico altro Eitel sia stato Eitel Monaco, dell’ambiente cinematografico. Mio padre aveva un caratteraccio. Il professor Cappelli, che aveva fama di essere una persona intrattabile (credo che soltanto così si possa mandare avanti un ospedale con efficienza) diceva del suo assistente: “Con Alessandri bisogna stare attenti…” (Personalmente mi ricordo il professor Cappelli come un allegro signore dai capelli bianchi, con sua moglie sempre sorridente, la signora Giacomina, ma probabilmente perché si trattava di incontri fuori dall’ospedale.). Per quel che riguarda il carattere di mio padre, una spiegazione poteva essere che aveva partecipato alla guerra d’Africa, impiantando un ospedale ad Addis Abeba, dovendo trattare con corruttori, gerarchi, gente che cercava di farsi un nome da ‘eroe’ con qualche sbucciatura, tutto a spese dei feriti veri. Continua a leggere