È stato ribattezzato “Vasca da bagno“, l’atteso ampliamento del Museo Stedelijk di Amsterdam, tempio olandese dell’arte moderna e contemporanea. Giunto a termine il 23 settembre 2012, data ufficiale della riapertura. La nuova ala funzionale disegnata da Mels Crouwel, dello studio Benthem Crouwel Architects, si sviluppa su una superficie di 10.000 mq e offre la possibilità di esporre una collezione composta da 90mila opere messe insieme dal 1870 ad oggi.
Lo stile architettonico è indubbiamente contrastante. Nonostante ciò, il connubio tra il rustico mattoncino rosso che ricopre lo Stedelijk e il gioco di trasparenze dato dalle pareti di vetro al suo interno si sposano magnificamente. Il Museo vanta una solida collezione, mostre di livello e una politica di marketing molto “Dutch“: gli olandesi sono eccellenti commercianti anche nella cultura, non a caso anni fa sono riusciti a confezionare una mostra cult, quella dedicata a Vermeer al Mauritshuis dell’Aia, vendendola ovunque come “la mostra più bella del mondo“, e hanno messo in piedi un museo, il Van Gogh, che è tra i più visitati del pianeta. Anche qui emerge il “Dutch touch“, l’approccio all’arte di questo Paese: capolavori sì, ma attenzione anche alle arti minori e alla propria storia dell’arte, fatta non solo dei big Rembrandt, Vermeer e Van Gogh, ma di tanti altri artisti e pratiche un po’ secondari.
Ordinato e ben suddiviso: metà del pianoterra dell’edificio storico è dedicato alle arti visive dal 1870 al 1960, poi l’altra metà del basamento presenta il design industriale, quello grafico e le arti applicate, un excursus che va dal Modernismo a oggi, con in bella mostra cristalleria, ceramiche, gioielli, poster, complementi d’arredo e tessili. E poi ancora il secondo piano, sempre dell’edificio originario, che propone esposizioni della collezione, rinnovata con un focus sulle opere più importanti dagli anni 60 a oggi, mentre le mostre temporanee sono ospitate nel nuovo spazio.
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