Genovese di nascita, poi cittadino del mondo, il suo affidarsi alla parola prima e all’immagine fotografica poi, fa di lui un’eccezione vibrante. Per paradosso, si potrebbe dire che Mario Dondero ha guardato il mondo nel modo più puro e limpido. Tra Novecento e terzo millennio, il fuoco della passione vitale che lo ha attraversato dava di lui la consapevolezza di consegnare, ogni volta, qualcosa che prima non c’era e solo vedendola si accendeva di vita e di identità. La stessa cosa che scegliere di vivere nelle Marche, una regione lontana da lui eppure somigliantissima perché plurale ed essenziale, tra voci classiche e contemporanee che disegnano un unico nel grande scenario dell’Italia evidenziando uomini, territori e luoghi ignorati, dimenticati o semplicemente lasciati al loro silenzio. Una geografia sui generis, quella di Dondero, “sua” più che mai.
Questo numero del nostro lunedì è rivolto a scrittori, poeti, artisti, fotografi che attraverso la parola e l’immagine, ci consegnano un mosaico di frammenti di vita da ricomporre, in stile confidenziale, che rammentano la bellezza e la storia di luoghi perfino sconosciuti. L’attenzione è rivolta al paesaggio e alla sua multiforme realtà, alle sue infinite declinazioni, fino alla sua tutela e valorizzazione. Un catalogo di diversità, un piccolo atlante geografico che si ricompone nel paesaggio della regione Marche. Nei testi raccolti ciascun autore offre un’interpretazione personale mettendo in luce l’interazione tra uomo e ambiente e il legame con la terra d’origine che, una volta abbandonata, si fa mito. Sentimenti forti e contrastanti che s’instaurano e fortificano col passare del tempo, tonalità emotive che si scatenano tra memoria e presente e spesso, accade, che i luoghi d’infanzia svelino il loro fascino nel momento del distacco e suscitino maggior interesse nei cuori degli autoctoni. Gli autori dei brani sono consapevoli di quello che hanno lasciato o di quello che non hanno avuto il coraggio di lasciare. Come una corale di voci polifoniche, il luogo natio si fa porto sicuro o prigione d’intenti. Il paesaggio è la nostra cifra, la nostra prospettiva.
due della nuova serie qualificando
la congiunzione corsiva come ponte
di collegamento esistenziale, civile,
sociale, storico e artistico che
coniuga le forme, i contenuti e gli stili,
tra parola e sguardo, tra scrittura
e pittura, per restare ad un “amore
appassionato ed esclusivo” (Antonio
Paolucci) di Volponi che troverà il suo
culmine nella doppia donazione,
tra il 1991 e il 2003, di diciannove
delle Marche che ha sede
in Palazzo Ducale. Binomio davvero
inscindibile quello di uno fra
i maggiori scrittori del Novecento
e la sua origine. Per indagare e
capire i relami e la trama dei legami
ci siamo avvalsi di contributi che
mettessero in luce proprio la rete
tessuta intorno, dentro e fuori le mura
ducali, tra la piazza e i confini
d’Appennino, le Marche e oltre.
latitudine e longitudine di un destino
d’autore che ha alternato,
nei confronti della propria
“patria” o “matria”, condivisione e
contrasto, contraddizione e distanza,
complicità e ribellione, prossimità e
distacco, come ogni amore al quale
si è concesso tutto perchè tutto
ha dato e ha tolto. In un contesto
di plurali apporti di intelligenza
e singolarità, si è anche tentato
testuali e di immagine per consentire
ulteriori esperienze con libri
di enorme ampiezza, da L’antica
moneta del ’55 a La strada per Roma
del ’91. Due passaggi nodali guidano
il viaggio: l’intervista a Emanuele
Zinato, curatore dell’opera integrale
di Volponi per Einaudi, e l’altra,
a Volponi, ad opera di Francesco
Scarabicchi nel ‘74 e nel ’76, nella
casa urbinate di Via degli Orti.
e nazionale - contempla un'idea plurale
delle culture della nostra regione
in stretto legame con la tradizione
del Novecento e la contemporaneità.
La rivista - nata nel febbraio 2002 -
si é imposta in Italia per gli alti contenuti,
per l’impianto grafico e per la costante
attività di ricerca espressa nella scansione
dei temi che caratterizzano ogni numero
del periodico. Il suo legame con le province
e contemporanei delle diverse forme
dell'arte - segna la consapevolezza
di eredità perfettamente tenute vive
sotto la luce di una vocazione
a conservare e tramandare, nutrendo
memoria e conoscenza. nostro lunedì
é presente ormai da diversi anni
al Salone Internazionale del Libro
di Torino, alla BIT di Milano,
presso le principali biblioteche nazionali,
Istituti di Cultura e Scuole. Negli anni
si é creato, per effetto di una educazione
tenace, convinta e silenziosa, un pubblico
di lettori che oggi disegna un paesaggio
di attenzione ed attesa fra i piú partecipi
e preziosi, arricchito dal catalogo
dei suoi collaboratori che ha raggiunto
ormai le oltre ottocento presenze
tra scrittori, poeti, critici, saggisti,
artisti, grafici, fotografi e illustratori.